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ANNUARIO AGRICOLTURA 2008 INEA: +2,4% VALORE AGGIUNTO, MA CALO PREVISTO PER IL 2009. NEL COMPARTO VINO “TENGONO” I VINI NON DI QUALITÀ (SFUSI E CONFEZIONATI)

Torna positivo il valore aggiunto per l’agricoltura italiana, registrando nel 2008 +2,4% in termini reali, dopo -0,4% del 2007. Ma è solo per un anno, perché le prospettive per il 2009 non promettono nulla di buono, con una riduzione stimata per la produzione del 2,6% e un valore aggiunto in picchiata del -4,4%. E’ la fotografia scattata dall’Inea (Istituto Nazionale di Economia Agraria) contenuta nel consueto Annuario dell’agricoltura italiana che conferma come il settore nel 2008 sia in controtendenza sul sistema economico generale (-3,2% il valore aggiunto dell’industria), contribuendo alla formazione del Pil per il 2,3%.

Quanto ai prezzi, secondo l’Inea, l’aumento dell’indice al consumo è del 5,4%, mentre per quelli agricoli del 4,7% (51.641 milioni di euro) che, in termini reali, è dell’1,1%. Il consolidato della spesa pubblica per il settore è stato di 16,1 miliardi di euro (-0,7%), di cui il 64,5% in trasferimenti reali e il 35,5% tra agevolazioni fiscali e contributive. E’ rallentato il ricorso al credito, attestandosi a +3,9% rispetto a +5,4% del 2007 e +7,3% del 2006, mentre l’aumento del prezzo della terra è stato dell’1,2%.

Un trend positivo che, però, non sembra proseguire per il 2009, dove a pesare è l’andamento climatico avverso che ha danneggiato in particolar cereali, olio e vino, ma anche tabacco, barbabietola da zucchero e patate; scarso anche l’incremento nella produzione animale, dove a crescere sono i comparti avicolo, dei suini e degli ovi-caprini. Sul fronte dei prezzi si registra, infine, un crollo per frumento, patate e mais, mentre sul versante dei costi intermedi, a fronte di un lieve contenimento delle quantità impiegate (-0,4%), si registrano cali dei costi per mangimi, concimi e prodotti energetici. Ad aggravare il tutto,infine, è l’andamento dell’occupazione agricola (-1,1%), con un calo ancora più significativo per i salariati.

Inversione di rotta per la bilancia commerciale del made in Italy agroalimentare che, dopo un 2008 in netto miglioramento del 5% ha registrato nei primi sei mesi del 2009 una brusca frenata del 9% circa. A metterlo in evidenza il Rapporto sul commercio con l’estero dei prodotti agroalimentare, sempre a cura di Inea, che evidenzia anche il fatto che il deficit della bilancia agroalimentare nel 2008 è diminuito di oltre 1 miliardo di euro, grazie ad una crescita del 7% delle esportazioni che supera di 5 punti percentuali le importazioni (+2%).

Da gennaio a giugno 2009, però, la crisi economica sta flagellando gli scambi agroalimentari, registrando un crollo sia per i flussi in entrata, del 10,1%, che in uscita, dell’8,2% rispetto allo stesso periodo del 2008; e questo a fronte di una caduta degli scambi totali del made in Italy del -26%.

Particolarmente rilevante in questi ultimi mesi è la contrazione di vendite per frutta fresca (-20,3%), prima voce di esportazione per il settore primario e bevande (-8%), che rappresentano oltre il 22% delle vendite all’estero dell’industria alimentare.

Sul vino, il Rapporto sottolinea come le uniche voci a “tenere” siano state quelle dei vini frizzanti, dei rossi e dei rosati non di qualità (sia sfusi che confezionati).

Nelle importazioni, le contrazioni più significative riguardano i prodotti lattiero-caseari (-16,7%) e gli oli e grassi (-17,5%), con un calo superiore al 30% per gli acquisti di vergine ed extravergine.

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