02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

ANNUARIO ISTAT 2011: ITALIANI E FAST FOOD? NON FA PER LORO: FEDELI ALLA TRADIZIONE, 7 SU 10 PRANZANO A CASA E IL PASTO VELOCE FATICA A PRENDERE PIEDE IN ITALIA. UN COMPORTAMENTO SALUTARE SEGUITO SOPRATTUTTO DA DONNE E BAMBINI, PIÙ AL NORD CHE AL SUD

Gli italiani, almeno in materia di cibo, restano ancorati alla tradizione. Nel Belpaese il pasto veloce fuori casa fatica a prendere piede: infatti, ancora nel 2011 oltre 7 persone su 10 pranzano generalmente a casa. E’ fortemente diffusa anche l’abitudine di fare una colazione “adeguata” al mattino: l’82,9% delle donne e il 77% degli uomini abbina al caffè o al tè alimenti nutrienti come latte, biscotti, pane. A drilo, è l’Annuario 2011 dell’Istat, secondo cui questo comportamento salutare è una consuetudine più femminile (82,9% tra le donne contro il 77% tra gli uomini), ma anche molto diffuso tra i bambini (93,6% dai 3 ai 5 anni e 92,9% di quelli dai 6 ai 10 anni). Ed è più attento ad adottare questa sana abitudine che abita nell’Italia centrale (84,1%) e nel Settentrione (81%), mentre nel Mezzogiorno la percentuale scende al 76,4%.

Focus - Annuario Istat 2011: una famiglia su 3 taglia i consumi a tavola. Anche per il cibo cresce la corsa alle “promozioni” e ai discount. Lo sottolinea la Cia
Anche a tavola la crisi fa sentire i suoi effetti negativi. Il 2010 segna una battuta d’arresto della spesa per il cibo e per le bevande. Una famiglia su 3 è stata costretta a “tagliare” gli acquisti alimentari, mentre 6 su 10 hanno dovuto modificare il menu quotidiano e oltre il 30% è obbligato, proprio a causa delle difficoltà economiche, a comprare prodotti di qualità inferiore. Cresce, invece, la corsa alle “promozioni” commerciali che sono sempre più frequenti e verso i “discount”, che praticano prezzi più convenienti. Lo sottolinea la Cia-Confederazione Italiana Agricoltori sui dati Istat dell’Annuario 2011, che evidenziano per il 2010 consumi al palo. Un trend che, purtroppo, dovrebbe confermarsi anche per quest’anno, con un carrello della spesa sempre più vuoto.
Sul fronte dei “tagli”, rileva la Cia, si riscontra, in particolare, che, sempre nel 2010, il 41,4% delle famiglie italiane ha ridotto gli acquisti di frutta e di verdura, il 37% quelli di pane e il 38,5% quelli di carne bovina. Se, invece, si analizza la ripartizione geografica, si rileva, sostiene ancora la Cia, che nelle regioni del Nord il 32% delle famiglie ha limitato gli acquisti (il 39% ha ridotto le “voci” pane e pesce); in quelle del Centro la percentuale di chi ha tagliato i consumi sale al 37% (il 38% ha ridotto il pane, il 46% il pesce, il 35% la carne bovina). Mentre nelle regioni del Sud si arriva al 49% (il 38% ha ridotto il pane e il 48% la carne bovina).
La Cia fa notare che è aumentata la percentuale di famiglie (abbondantemente oltre il 10% del totale) che ha acquistato prodotti agroalimentari presso gli hard-discount, dove la spesa è a prezzi più contenuti. Comunque, gli iper e i supermercati restano i punti vendita dove si ha la maggiore concentrazione degli acquisti da parte degli italiani con il 69,4% (specialmente nel Centro-Nord con punte del 75%).
Le prime stime per la spesa alimentare nel 2011 evidenziano, sottolinea la Cia, consumi ancora fermi, se non addirittura in calo. Al momento si registrano, sotto il profilo della quantità, flessioni dell’1,8% per la carne bovina, dell’1% per i prodotti ittici, dello 0,4% per gli ortaggi, dello 0,5% per i vini e gli spumanti, dell’1,4% per il pane, dell’1,5% per la pasta. Dovrebbero, invece, risultare in crescita le carni suine e i salumi (più 0,7%), le carni avicole (più 0,5%), la frutta (più 0,8%), l’olio d’oliva (più 1,8%), il latte e i suoi derivati (più 0,8%).

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli