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Vino: dall’Europa al Canada, allergeni in etichetta ... Scatta il 30 giugno, per l’Unione
Europea, l’obbligo di indicare sull’etichetta dei vini l’eventuale contenuto di allergeni. Già in vigore dal 2005 l’indicazione di quello dell’anidride solforica (“contiene solfiti”), per i vini prodotti da uve raccolte nella prossima vendemmia, sarà il turno delle sostanze per uso enologico derivate da uova e latte (albumina e caseina), ma non di quelle a base di colla di pesce. L’obbligo scatterà in tutti quei vini che presentino un residuo in derivati dell’uovo o del latte superiore a 0,25 mg/litro (microgrammi/litro). Un tema, quello dei possibili allergeni contenuti nel vino, che non ha sollecitato soltanto l’Europa: dal 4 agosto, infatti, anche il Canada applicherà una legge che prevede l’obbligo in etichetta di indicare l’eventuale presenza di tali sostanze, oltre all’indicazione obbligatoria anche per il contenuto di anidride solforica, quando la sua concentrazione totale supererà le 10 parti per milione. Ma, per il Dipartimento federale canadese per la Salute, “l’uso di prodotti enologici ottenuti dal latte, dall’uovo e dal pesce non conduce necessariamente ad un obbligo di indicarne la presenza in etichetta. Perché, dopo una revisione completa dei dati scientifici disponibili, anche quando i prodotti enologici, essenzialmente chiarificanti, derivati da materie allergeniche, sono utilizzati, i loro residui proteici sono assolutamente inoffensivi, specialmente se i vini vengono trattati con adeguati cicli di filtrazione. Solo i vini non filtrati si troverebbero quindi a subire questa disposizione”. Eppure, sostanze come albumina e caseina “sono del tutto naturali, ed utilizzate in quasi tutto ciò che troviamo sullo scaffale, dai biscotti alla maionese - come spiega, a WineNews, il professor Luigi Moio, ordinario di Enologia all’Università di Napoli - ma l’obbligo di indicarne la presenza è scattato solo per il vino, nonostante nei dosaggi fatti sui vini chiarificati con queste sostanze non è mai stato trovato nulla di residuo. I grandi brand, comunque, non subiranno alcun contraccolpo da un’iniziativa del genere, mentre il mondo dell’enologia sta già sperimentando sostanze alternative di origini vegetale del tutto ipoallergeniche”.

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