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ANSA

Vino: morto Giacomo Tachis, papà di Sassicaia e Tignanello
Malato da tempo. Re degli enologi, fece “Rinascimento” italiano ... È morto oggi a San Casciano Val di
Pesa (Firenze) il re degli enologi Giacomo Tachis. Aveva 82 anni
ed era malato da tempo. Anche per questo nel 2010 si era
ritirato dall’attività per dedicarsi ai libri, da appassionato
bibliofilo quale era, e alla famiglia. Per decenni è stato il
più illuminato innovatore del settore vitivinicolo, artefice del
cosiddetto “Rinascimento” italiano, e padre e inventore di
alcune delle più importanti etichette mondiali come Sassicaia, a
Bolgheri, e Tignanello, nel Chianti.
Giacomo Tachis era nato a Poirino (Torino) e studiò alla
Scuola di Enologia di Alba (Cuneo). Ma è in Toscana che sviluppò
studi e innovazioni. Il ’matrimonio’ con la Toscana inizia
quando, nei primi anni ’60, diventa l’enologo di Antinori, con
cui collaborerà per 32 anni, divenendo il direttore storico
delle Cantine Antinori. Nel tempo, il sodalizio Tachis-Antinori
permette di dare vita a una sorta di “rivoluzione” in vigna e in
cantina che darà vita al Tignanello prima, e al Solaia dopo.
Innovando il concetto di vinificazione Sangiovese e unendolo al
Cabernet nasce così il primo esempio di Supertuscan. Alla fine
degli anni ’60, Tachis inizia anche a lavorare con il marchese
Mario Incisa della Rocchetta a Bolgheri, per dare vita a un vino
in grado di competere con le migliori produzioni bordolesi: il
Sassicaia. La bravura di Tachis lo hanno portato negli anni a
collaborare con innumerevoli cantine, uscendo dai confini della
Toscana per “abbracciare” tante regioni, specialmente in
Sardegna e Sicilia.
Nel 2010, in un’intervista all’Ansa in cui rendeva pubblico
il ritiro dall’attività, Giacomo Tachis, che si schermì
definendosi un “umile mescolavino”, invitò a diffidare delle
“tendenze speculative” negli investimenti in agricoltura, e
soprattutto nel vino, e a “rispettare la natura e la semplicità
del vino, perciò - disse - niente chimica, come viene fatta
oggi, e attenti alla genetica, la natura si ribella”. “Il vino -
diceva anche - ha avuto e avrà sempre un mercato”.
“Ripercorrere le tappe professionali di Giacomo Tachis -
sottolinea oggi il sito specializzato WineNews - significa
analizzare l’evoluzione dell’enologia italiana. Tachis è stato
uno dei principali artefici di quella rivoluzione enologica che
ha permesso di esportare, insieme al vino, un’immagine
innovativa dell’Italia evocatrice di qualità. Per questo è e
sarà riconosciuto come uno dei più grandi enologi
contemporanei”. I funerali si celebreranno l’8 febbraio, alle
ore 15, nella chiesa di Santa Maria ad Argiano presso San
Casciano.

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