Scoppia la “guerra” del vetro legata alle bottiglie di vino. Il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti (DoC) ha accusato i produttori cinesi, cileni e messicani di bottiglie di vino in vetro di vendere i loro prodotti negli Stati Uniti a prezzi ingiustamente bassi. Il DoC, come ha spiegato, nei giorni scorsi, anche Federvini, ha avviato i dazi preliminari, dopo che dall’indagine sulle importazioni di bottiglie di vino sarebbe emerso che i produttori esteri stavano facendo “dumping” dei loro prodotti nel Paese. Le prime aliquote includono dazi di dumping tra il 21,77% e il 27,97% per oltre una dozzina di produttori in Cina, ma arrivano fino al 218,15%, perché si tratta di dazi dal “peso” variabile che coinvolgono anche i produttori cileni e messicani. Sono inoltre stati fissati dazi più bassi per le società che hanno collaborato all’inchiesta. L’indagine è stata innescata da una petizione commerciale della Us Glass Producers Coalition, un gruppo composto da varie realtà.
Un articolo pubblicato a gennaio su Glass International riportava che la Us International Trade Commission (Itc) sosteneva che un totale di 46 aziende produttrici di vetro, 36 cinesi, 7 messicane e 3 cilene, hanno venduto le loro bottiglie di vino negli Stati Uniti a prezzi meno che equi. La petizione sosteneva che i margini di dumping vanno dal 280,10% al 620,03% (Cina), dal 78,55% al 102,09% (Messico) e al 615,68% (Cile).
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024