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ANTITRUST: DANONE DIFENDE IL SUO YOGURT, E RICORRERA’ CONTRO IL GARANTE. IL NUTRIZIONISTA CALABRESE: “PROMESSE SOLO SE C’E’ PROVA. L’INDUSTRIA ALIMENTARE DIA GIUSTE INFORMAZIONI IN ETICHETTE”. FONTE: ANSA

Danone Italia “prende atto, pur non condividendola, della decisione dell’Antitrust di sanzionare le pubblicità di Danaos, precisando di avere intenzione di ricorrere in appello contro la delibera”. Replica, così, la società alimentare, in una nota, alla decisione dell’Antitrust. Lo yogurt Danaos, bersaglio dell’attenzione del garante, “costituisce un alimento innovativo, frutto della ricerca scientifica di Danone che ha riscontrato grande apprezzamento presso il pubblico per il suo contributo ad integrare la carenza di calcio nell’alimentazione quotidiana. Nella sua indagine partita per una vecchia pubblicità di fine 2010, l’Autority, si sofferma esclusivamente sul modo in cui il prodotto è stato comunicato al pubblico non mettendo in discussione le proprietà di Danaos” afferma Danone nel ribadire “la propria disponibilità a collaborare con tutte le Istituzioni e associazioni preposte per individuare modi e mezzi più idonei al fine di migliorare l’informazione ai consumatori”.

Focus - Antitrust: nutrizionista, promesse solo se c’è prova. L’industria alimentare dia giuste informazioni in etichette
“Non si tratta di attaccare l’industria alimentare, ma di far loro riflettere sulle corrette modalità di fornire informazioni ai consumatori. Dobbiamo arrivare al punto che quando si dichiara una proprietà salutistica in etichetta, questa virtù deve essere comprovata da studi scientifici”. Così Giorgio Calabrese, nutrizionista della Cattolica a Piacenza, commenta le sanzioni comminate oggi per complessivi 340.000 euro dall’Antitrust a noti gruppi alimentari (Danone, Colussi, Galbusera) “per pubblicità ingannevole”. I produttori, a giudizio dell’esperto nutrizionista, “andrebbero educati a dare una giusta notizia. Farli riflettere sulla necessità di comprovare scientificamente il valore salutistico degli alimenti portati in commercio. Se sono convinti degli aspetti funzionali dei prodotti innovativi, devono presentare idonei studi che certifichino i cosiddetti “health claims” e consentire, così, scelte d’acquisto pienamente consapevoli”. Del resto, nel 2011, l’Efsa rilevò che trova un fondamento scientifico solo una dicitura “salutistica” su cinque tra i prodotti alimentari.

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