Alla fine Antonella Polimeni, Rettrice della Sapienza Università di Roma, ha rinunciato: dopo l’annuncio, con una nota, nei giorni scorsi, della Coldiretti che accoglieva la professoressa nel proprio Consiglio Nazionale e in Giunta, molti osservatori avevano fatto notare diverse criticità, tra competenze e conflitti di interesse. La Polimeni è un medico iscritto all’Ordine nonché professoressa del settore scientifico Malattie odontostomatologiche e autrice di numerose pubblicazioni e manuali nel settore odontoioatrico: non a caso si sarebbe trattato del primo esponente Coldiretti non proveniente dal mondo agricolo, tanto che l’associazione di categoria aveva modificato appositamente il proprio Statuto. Nondimeno la questione del binomio Rettrice super partes e Consigliere inter partes: il quotidiano “Il Foglio” ha fatto notare come male si sarebbe integrato il ruolo di membro Coldiretti contrario al ruolo dell’Efsa, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, frequentemente osteggiata dall’associazione, con quello di massima dirigente universitaria impegnata a sostenere in prima persona nelle sue aule e laboratori l’attività di pubblica ricerca della comunità scientifica. Le stesse perplessità si estendono anche a tutte le altre battaglie della Coldiretti, dagli Ogm alla carne coltivata.
Così, con una lettera indirizzata al quotidiano firmata dal presidente Ettore Prandini è stato comunicato il passo indietro della professoressa. “Nonostante la proposta sia stata autorizzata dal Senato Accademico dell’Ateneo, vista la campagna strumentale in atto e poiché il nome e l’immagine della Sapienza sono prioritari rispetto ad ogni altra considerazione ritengo per questioni di opportunità e tutela dell’istituzione che rappresento di declinare l’invito”, ha fatto sapere la Polimeni. Una dichiarazione che rientra nell’ampia missiva di Prandini: “date le insinuazioni, le verità apodittiche messe in campo nei confronti di Coldiretti e indirettamente della professoressa Polimeni, i rimandi ad una conflittualità irriducibile in cui, da un lato, c’è il “bene” (qualsiasi cosa esso sia: una molecola cangerogena, un’autorità di “controllo”, gli alimenti artificiali o gli Ogm) e, dall’altro, il “male”, la Coldiretti - scrive il presidente - pensiamo che la Rettrice abbia fatto la cosa più giusta, badando a salvaguardare l’istituzione che rappresenta e per questo la ringraziamo”.
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