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AMBIENTE

Api a rischio in tutto il mondo, e con esse, l’agricoltura e la vita dell’uomo

L’allarme Fao nella Giornata Mondiale delle Api. Mentre nasce la certificazione per i mieli prodotti da api “autoctone”
API, Coldiretti, FAO, Non Solo Vino
Api a rischio in tutto il mondo, e con esse, l’agricoltura e la vita dell’uomo

Fondamentali per la vita dell’uomo e dell’agricoltura, le api, sentinelle dell’ambiente, con la loro opera di impollinatori, sono fondamentali per tre coltivazioni su quattro tra quelle che producono frutti e semi per il consumo umano. Eppure, tra i danni collaterali dell’agricoltura intensiva, l’uso eccessivo di prodotti chimici, e il riscaldamento climatico, le api stanno scomparendo, in tutto il mondo, e sono sempre meno. Un allarme rilanciato dalla Fao, nella Giornata Mondiale delle Api. Secondo una frase attribuita ad Albert Einstein, “se le api scomparissero dalla terra, per l’uomo non resterebbero che 4 anni di vita”.
Se il più famoso fisico e scienziato tedesco lo abbia detto davvero o meno resta questione irrisolta, mentre è certo che la scomparsa, ma anche la drastica riduzione della popolazione mondiale delle api, avrebbe effetti nefasti per l’agricoltura, l’ambiente e la vita umana. E sono tantissimi i progetti che nascono per tutelare questo piccolo ma prezioso insetto.
Tra questi, per esempio, c’è la nuova certificazione per il miele prodotto da api “autoctone” (e senza “nomadismo”, cioè lunghi spostamenti delle arnie in zone lontane) lanciata dalla World Biodiversity Association, guidata da Paolo Fontana, come riporta oggi anche il quotidiano “Corriere della Sera”.
Ma sono tante, nel mondo, le iniziative per tutelare le api ed i loro allevatori, gli apicoltori. Che, almeno in Italia, sono alle prese con una crisi profonda: “a causa di andamento climatico anomalo e una grave siccità che ha ridotto fioriture e stressato le api, la produzione di miele italiano vede cali di produzione anche fino all’80% sulla media. Tanto che il raccolto 2020 rischia di essere anche peggiore del 2019, con una produzione nazionale di appena 15 milioni di chili a fronte di un quantitativo di quasi 25 milioni di chili importato durante l’anno dall’estero”. A dirlo la Coldiretti, che sottolinea come, a questo dato negativo, faccia da contraltare il boom dei consumi in fase di “lockdown”, in cui si è registrato un +44% tra febbraio e maggio 2020.

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TAG: API, Coldiretti, FAO

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