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“Apocalittici e integrati in cucina” uniti nel nome di Pellegrino Artusi s’incontrano alla Festa Artusiana (Forlimpopoli, dal 24 giugno) ricordando Camporesi e la frase cult “l’Artusi ha fatto per l’unificazione nazionale più dei Promessi sposi ...”

Parafrasando Umberto Eco, se nel suo celebre saggio del 1964 “Apocalittici e integrati” erano quelli che guardavano al presente (e al futuro) rispettivamente con pessimismo e con ottimismo, nell’attuale quadro della cucina, caratterizzata dalla sovraesposizione mediatica e dalla figura dello chef divo e “maître à penser”, gli integrati e gli apocalittici appartengono alle opposte tribù degli entusiasti acritici e dei catastrofisti. Visioni contrapposte ma appassionate, che si riuniscono nel nome di Pellegrino Artusi in occasione dell’edizione n. 21 della Festa Artusiana (24 giugno-2 luglio) a Forlimpopoli, sua città natale, che celebra il “padre” della cucina italiana moderna con degustazioni, cucine dall’Italia e dal mondo, incontri sul cibo con autorevoli personalità, laboratori, spettacoli, concerti e mostre. E lo fa proprio nel segno di un’Italia unita dalla cucina, ricordando, a venti anni dalla morte dello studioso Piero Camporesi, la sua celebre frase “l’Artusi ha fatto per l’unificazione nazionale più di quanto non siano riusciti a fare i Promessi sposi”.

Particolarità della Festa Artusiana è l’affiancamento alla proposta gastronomica di qualità, secondo un disciplinare ben preciso, di tanti momenti di confronto e riflessione sul cibo, insieme ai protagonisti della cultura gastronomica italiana. Tema di questa edizione, il celebre saggio di Eco “Apocalittici e integrati”, ispirazione del convegno “Integrati e apocalittici in cucina” (24 giugno) a Casa Artusi per celebrare il ventennale della morte di Camporesi, lo studioso forlivese, morto nel 1997, che ebbe il merito di accreditare il manuale artusiano nel mondo accademico con la prestigiosa introduzione per l’edizione Einaudi de “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene” (1970), attorno al quale dibatteranno gli storici Alberto Capatti e Massimo Montanari, la storica della letteratura italiana Elide Casali, e gli scrittori Piero Meldini e Giuseppe Lo Russo. Casa Artusi, il centro di cultura gastronomica che ogni giorno si prodiga per valorizzare l’opera del padre della cucina domestica italiana, che sarà il cuore della Festa, aprendo le porte con percorsi di conoscenza e degustazione, insieme ai protagonisti dell’enogastronomia nazionale e internazionale. Tra le tante iniziative, negli “App-eritivi, App per il buonessere: buone letture e buon cibo”, tra gli autori presenti la storica Elide Casali, la scrittrice inglese Kathryn Hughes con la biografia di Isabella Beeton, personaggio singolare dell’epoca vittoriana, “Questa non è l’America” di Alan Friedman, dal junkfood al cibo vegano proposto da Capatti, e il “Sapore Marino” di Casa Moretti di Cesenatico, senza dimenticare di celebrare il 750 anniversario della nascita di Giotto, con un evento in collaborazione con l’Associazione nazionale Case della memoria e il Comune di Vicchio, per percorrere la vita del grande personaggio non solo dal punto di vista artistico, ma anche intimo e quotidiano (gli incontri sono accompagnati dalla degustazione di vini e prodotti dell’Emilia-Romagna).

Con il Premio Marietta, il concorso nazionale promosso dal Comune di Forlimpopoli, in collaborazione con Casa Artusi e l’Associazione delle Mariette, dedicato alla celebre governante del gastronomo, una giuria di esperti selezionerà, tra tutte le ricette pervenute, le cinque finaliste. I cuochi finalisti saranno invitati a cucinare i loro piatti, come da tradizione, fino alla proclamazione del vencitore a Casa Artusi (25 giugno; in palio un premio di 1.000 euro da Conad e 5 kg di pasta, per gli altri finalisti). Ma, soprattutto, saranno consegnati anche i Premi Marietta ad Honorem a Patrizio Roversi e alla cuoca Giuliana Saragoni.

La cucina della Festa Artusiana non può che essere intimamente legata col territorio e ad una produzione agroalimentare rispettosa dell’ambiente naturale e culturale d’origine, nei 60 ristoranti della Festa, per un totale di 2.800 posti a sedere, che si aggiungono ai punti di ristoro della cittadina già presenti. Ma la Festa Artusiana si conferma anche crocevia di sapori di diverse parti del mondo, con gli amici artusiani da oltreconfine: i francesi di Villeneuve Loubet, patria natale del grande cuoco Auguste Escoffier, e dei Pays Beaujolais con la cucina e pasticceria della regione Rhone-Alpes, e il mercato contadino della città austriaca di Traun.

Ma la Festa è anche un grande teatro a cielo aperto, tra performance di strada, concerti, spettacoli per i bambini e musica con l’ArtusiJazz, il festival organizzato dall’Associazione Culturale “Dai de Jazz” di Forlimpopoli che negli anni, grazie al suo direttore Flavio Boltro, è diventato un appuntamento immancabile nel panorama jazzistico italiano. Inoltre il Maf-Museo Archeologico “T. Aldini” di Forlimpopoli, offre al pubblico straordinarie aperture serali, con visite guidate gratuite a tema e degustazione di vino delle cantine del territorio, e Forlimpopoli da assaggiare, un’insolita passeggiata alla scoperta dei principali monumenti della città con degustazione di prodotti tipici. E ancora, conversazioni tematiche accompagnate da degustazioni in compagnia del cuoco Claudio Cavallotti e dell’archeologo Giuseppe Lepore.

Info: www.festartusiana.it

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