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ARRIVA L’ALLARME AGRITURIST (A CONVEGNO IL 5 NOVEMBRE) SUL FUTURO DEL PATRIMONIO CULTURALE E NATURALE. CONFAGRICOLTURA: “CONTINUA EROSIONE DI SUOLO DESTINATO ALL’AGRICOLTURA CHE E’ ARTEFICE DEL SUCCESSO DEL MADE IN ITALY ENOGASTRONOMICO”

Il “Bel Paese” è sempre meno bello: le piogge, come la settimana scorsa a Roma e ieri in Liguria, provocano vittime e ingenti danni; il cemento ha cancellato, negli ultimi venti anni, quasi due milioni di ettari (6,6% del territorio nazionale) di suolo “verde”; siti archeologici e testimonianze storico-culturali senza pari al mondo, registrano numeri modestissimi di visitatori, incassi minimi e casi di incuria, di cui il crollo di Pompei del 6 novembre 2010 è solo l’esempio più eclatante; i nuovi crolli di questi giorni, sempre a Pompei, non fanno altro che confermare la gravità della situazione. Un allarme non nuovo, ma ancora inascoltato, al quale partecipa anche l’Agriturist (Confagricoltura) che il 5 novembre organizza, nella Reggia di Portici, un incontro sul tema “Il Bel Paese maltrattato - Pompei un anno dopo”, con Vittoria Brancaccio, presidente di Agriturist; Roberto Ippolito, autore del libro “Il Bel Paese maltrattato”; Enzo Feliciani, segretario Uil per i beni culturali; Paolo Masi, preside della Facoltà di Agraria dell’università “Federico II”, Carlo Franco, giornalista del quotidiano “La Repubblica”.

“Siamo sempre più preoccupati - dichiara Vittoria Brancaccio, presidente di Agriturist - per il costante impoverimento del patrimonio naturale, paesaggistico e culturale, su cui si fonda l’industria turistica italiana che, anche se pochi se lo ricordano, è la più importante per il nostro Paese; a questo si aggiunge la continua erosione di suolo destinato all’agricoltura che, come è noto, è artefice del successo del made in Italy enogastronomico”.

Per il nostro Paese - prosegue la nota di Agriturist - le vere grandi opere devono riguardare prima di tutto il contenimento dell’espansione edilizia, il restauro dei centri storici e dei siti archeologici, il recupero delle tante costruzioni inutilizzate, la messa in sicurezza idrogeologica del territorio, una promozione turistica capillare che coinvolga anche i centri storici minori e le preziose tradizioni del mondo rurale.

Il turismo italiano - conclude Agriturist - aldilà delle recenti dichiarazioni trionfalistiche di ripresa, rischia un declino irreversibile nello scenario dei viaggi internazionali, per incuria, incompetenza e sterili rimbalzi di responsabilità, mentre i Paesi concorrenti, pur con risorse nettamente inferiori, guadagnano nuove quote di mercato. L’anno trascorso senza alcun intervento, dopo il crollo di Pompei, obbliga ad una riflessione e ad una immediata reazione.

Info: www.agriturist.it

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