Sbarca nel Belpaese il latte arabo, esempio di un prodotto straniero made in Italy: ha un'etichetta con la descrizione del prodotto e i riferimenti di legge in lingua araba, oltre ad una veste grafica in stile orientale. L'aspetto è più denso del latte tradizionale e il gusto ricorda molto quello dello yogurt magro. E' invece un latte parzialmente scremato, acidificato, al quale vengono aggiunti ceppi batterici, lasciato fermentare e poi imbottigliato.
"L'idea ci è venuta dalla notevole richiesta di questo alimento da parte della comunità magrebina a Torino - ha spiegato Giovanni Cucchi, presidente di Cooperlat, gruppo Fattorie Italia di Jesi - così negli stabilimenti della Abit, cooperativa piemontese controllata al 66% da Cooperlat, abbiamo deciso di produrre questo latte, seguendo le direttive degli immigrati arabi in Italia".
Questo prodotto, spiega una nota di Fedagri Confcooperative, utilizzato nei Paesi dell'area del Mediterraneo e in quelli di cultura araba sia come dissetante sia come ingrediente per la preparazione di salse per insalate, verdure, pietanze di carne e di pesce, è l'ultima trovata di Cooperlat, che offre anche prodotti per la comunità ebraica (panna dolce e da cucina vegetale), gelati e minestroni destinati alla Grecia e panne dolci aromatizzate per la Svizzera.
Il prezzo del latte arabo, spiega la nota, non sarà diverso da quello del latte nazionale e soddisferà le richieste dei clienti in Italia, ma anche dell'estero, come la Libia. Il gruppo Cooperlat è il terzo in Italia per fatturato nel settore lattiero caseario.
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