Più piccole, più scure e con un gusto particolare e tutto da scoprire: dopo quasi mezzo secolo ritornano sul mercato le noccioline al 100% italiane. Una filiera, dal seme allo scaffale, persa nel tempo perché ritenuta non conveniente e adesso rilanciata dall’iniziativa Coldiretti con Filiera Agricola Italiana spa (Fdai), Noberasco e Sis, Società Italiana Sementi del gruppo agroindustriale Bonifiche Ferraresi. Un settore che presenta un enorme potenziale di sviluppo, si parla di una coltivazione di oltre 30.000 ettari, visto che al momento la domanda interna di arachidi, raddoppiata negli ultimi dieci anni, è quasi interamente coperta da prodotto straniero (importato generalmente da Israele, Egitto e Usa).
L’arachide italiana, fa sapere la Coldiretti, è più salubre e sostenibile perché non deve percorrere lunghe distanze dal luogo di produzione a quello di consumo, con indubbi vantaggi qualitativi, mentre l’elevato contenuto di proteine la rende particolarmente adatta anche per chi fa sport e segue un’alimentazione mirata. Viene seminata ad aprile e raccolta verso la metà-fine di settembre. Necessita di terreni torbosi, di temperature elevate e di molte ore di luce, tutte caratteristiche che si sposano perfettamente con il clima italiano e in particolare l’Emilia Romagna e la zona del Ferrarese.
L’essiccazione, procedura fondamentale per la qualità del prodotto, è uno degli aspetti che saranno approfonditi e probabilmente posti al centro di future sperimentazioni, ora che è ripartita la filiera di produzione, trasformazione e distribuzione. Il recupero di questo prodotto coincide infatti anche con il recupero di un know-how, di una ricerca e di un segmento occupazionale di grande rilievo.
“Il primo raccolto di arachidi 100% italiane dal seme allo scaffale - dichiara Ettore Prandini, presidente Coldiretti - dimostra la grande capacità di innovazione dell’agroalimentare Made in Italy e risponde alla domanda di quell’82% di italiani che cercano sugli scaffali prodotti nazionali per sostenere l’economia e l’occupazione del Paese”.
“Oggi - spiega Mauro Tonello, presidente Sis (Società Italiana Sementi) - la protagonista assoluta è l’agricoltura italiana di qualità che, con questo progetto, si riappropria di una filiera ad alto valore aggiunto come quella dell’arachide, persa nel tempo perché ritenuta non conveniente, lasciando così spazio a prodotti di materia prima non certificata”.
“A rendere possibile un progetto importante come questo - commenta Federico Vecchioni, amministratore delegato di Bonifiche Ferraresi Spa e di Sis (Società Italiana Sementi) - è stata la capacità degli operatori della filiera agro-industriale di creare alleanze. Sono loro i protagonisti del futuro dell’agricoltura italiana, le alleanze costituite da tutti quegli soggetti che sono in grado di unire le forze per raggiungere un obiettivo comune, il benessere del consumatore, sovvertendo quel paradigma che vedeva l’agricoltura, l’industria, la trasformazione e la distribuzione in ruoli sbilanciati, contrapposti ed antitetici”.
“Quello che presentiamo oggi - interviene l’amministratore delegato di Noberasco, Mattia Noberasco - non è solo il lancio di un prodotto decisamente rivoluzionario per l’agrifood come l’arachide italiana - ma un progetto che unisce innovazione, qualità, trasparenza e forte impegno ad investire sul territorio. Vogliamo creare una linea di prodotti made in Italy e grazie a questi accordi di filiera perseguiamo il nostro impegno di educare a stili alimentari salutari il consumatore, che sempre di più vuole essere ed è, parte integrante di scelte consapevoli che partono dalla terra fino ad arrivare alla spesa, quindi alla tavola”.
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