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Arrotolata, sotto sale, dolce o piccante, considerata per secoli un cibo povero, è diventata un alimento irrinunciabile delle cucine di tutto il mondo. Ed ora viene celebrata nel libro “Alice o Acciuga?” di Irene Rizzoli

Arrotolata, sotto sale, dolce o piccante; considerata per secoli come un cibo povero, è diventata un alimento irrinunciabile delle cucine di tutto il mondo: è l’alice o acciuga, due nomi per un solo pesce che annovera altre varianti dialettali a seconda della regione italiana, e che ora viene celebrato nel libro “Alice o Acciuga?” di Irene Rizzoli, edito da Electa Mondadori. Il volume, che sarà presentato il 14 maggio al Salone del Libro di Torino, è un viaggio dal Mediterraneo al centro della Pianura Padana, nel parmense, sede di un distretto industriale di conserve ittiche che appartiene alla famiglia dell’autrice da oltre 100 anni. La storia dell’acciuga e della sua infinita varietà di usi, dall’antico Egitto alle corti nobiliari fino ai giorni nostri, si intreccia quindi alla storia dell’industria conserviera italiana, facendo scoprire aneddoti, curiosità e numerose ricette. Nel libro trovano posto racconti, documentazioni storiche, brani di autori, foto inedite ed eventi economici del secolo scorso, inframmezzati da una cultura popolare che lega la storia degli uomini e del mare unendo il mondo dei pescatori, l’antico mestiere degli acciugai e quello dell’industria. L’appendice contiene invece una ricca selezione di ricette che sono alla base dei piatti tipici del patrimonio gastronomico italiano, dagli antipasti ai primi, dai secondi alle torte salate, e valorizzano il gusto e la versatilità dell’alice.

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