Da bevanda maledetta a prodotto da proteggere, la storia dell’assenzio lungo secoli e andeddoti, arriva ad un lieto epilogo. La “fata verde”, come veniva chiamato dagli artisti che a lui si rivolgevano per trovare ispirazione, è adesso ufficialmente una Igp, prodotto ad Indicazione Geografica Protetta. Ed a valergli il riconoscimento è proprio il suo fascino, che ha esercitato dal 1792, anno della sua creazione da parte di un medico francese rifugiatosi in Svizzera, ai primi anni del Novecento, su scrittori, poeti, pittori, capitanati dai “poeti maledetti” francesi: dopo anni di vita “clandestina” e rilegato in un angolo come una droga, adesso viene riconosciuto come simbolo di una tradizione, espressione di una parte di storia da preservare.
In effetti, però, gli effetti psichici dell’assenzio non sono mai stati negati, anzi: i suoi più appassionati consumatori, proprio i poeti maledetti, tra cui Charles Baudelaire, Paul Verlaine, Arthur Rimbaud, Gustave Flaubert, Émile Zola, ma anche Oscar Wilde ed Ernest Hamingway, influenzando anche i poeti italiani della Scapigliatura, ne parlavano nelle loro opere: “lo ripeto a mia vergogna, avrò più avanti da raccontare molte e ben altre assurdità (e peggio), dovute a questo abuso di questa cosa orribile, il bere, e di ciò che è nel bere, questo abuso in sé stesso, fonte di follia e di delitti, di idiozie e di vergogna, che i governi dovrebbero se non abolire (e in fondo perché no?) almeno gravare terribilmente di tasse e imposte: l’assenzio!” scriveva Paul Verlaine nelle sue “Confessioni” del 1895. I modi di consumo erano i più originali: il più quotato era quello di versarlo su una zolletta di zucchero posta su un cucchiaino traforato, appoggiato sull’imboccatura del bicchiere, in modo che lo zucchero aumentasse l’effetto alcolico. Proprio in questo periodo di abuso nella Belle Époque, l’assenzio viene marcato come bevanda dannata, paragonabile solo alla droga, che provocava allucinazioni tremende, rendeva i suoi consumatori dei border line, e si lasciava una scia di morti dietro di sé. E così la produzione e la vendita diventa illegale, fino alla riscoperta e alla rivalutazione come bevanda super alcolica come tante altre, dal punto di vista della salute, ma unica per la sua storia piena di pregiudizi, abusi e “fake news” diremmo oggi, che con l’Igp saranno miti, per lo più da sfatare.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024