Negli agriturismi non sempre si mangiano prodotti del contadino: spesso, anzi, capita di imbattersi in comuni ristoranti di campagna: è quanto denuncia l’Aduc (una delle maggiori associazioni dei consumatori), invitando i consumatori a chiedere informazioni “sui prodotti del contadino alle Province”, che fra i loro compiti devono verificare l'attività delle aziende agrituristiche per evitare che un promettente settore venga travolto, fra qualche anno, “dai soliti scandali dei soliti furbi”. L’agriturismo è un’attività complementare rispetto a quella propriamente agricola, vale a dire che l’agricoltore integra le entrate derivanti dalla propria attività di conduzione del fondo con l’offerta di vitto e/o alloggio. La ristorazione prevede la somministrazione di pasti e bevande ricavati prevalentemente dalle materie prime dell'azienda. L’agriturismo é un’ottima iniziativa, prevista dalla normativa nazionale e da quelle attuative regionali, che ha lo scopo di valorizzare i prodotti tipici e fornire un’ulteriore fonte di reddito per l’agricoltore. Per questo, oltre ai tradizionali sostegni all'agricoltura, le azienda agrituristiche ricevono finanziamenti pubblici aggiuntivi e facilitazioni. “Insomma - afferma il segretario dell'Aduc, Primo Mastrantoni - il consumatore nel momento in cui siede a tavola ha già dato un contributo, con le proprie tasse, allo sviluppo dell’azienda agrituristica e vorrebbe tranquillamente gustare i “prodotti del contadino”. Succede, a volte, che le materie prime, però, non siano prevalentemente ricavate dall’attività del podere e che ci si trovi di fronte ad un comune ristorante di campagna”.
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