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BAMBINI “BOCCIATI” AI TEST D’AMMISSIONE IN AGRICOLTURA: LA COLZA SI PRODUCE IN MARE, IL COTONE VIENE DALLE PECORE E LE BIOMASSE SONO PIETRE NATURALI. DA LABORATORI A “DIDATTICA RURALE” PER RENDERLI PIÙ CONSAPEVOLI IN AGRICOLTURA E MANGIARE CORRETTO

Non Solo Vino
La Cia chiede più educazione al gusto per i bambini nelle scuole italiane

Usano pc, smartphone, tablet e console alla perfezione, ma pensano che le cipolle crescano sugli alberi. Gli ultimi dati che misurano il livello di conoscenza dei bambini rispetto all’agricoltura e alle produzioni da essa derivate, descrivono bambini spesso ignari dell’origine di ciò che mangiano e più che mai del mondo rurale. Circa il 40% di loro crede che l’agricoltore sia un anziano indaffarato nelle campagne, amichevole e altruista, mentre solo due bambini su quattro hanno già visitato una fattoria. Ecco le percentuali, ottenute intervistando bambini dai 4 ai 7 anni, nelle scuole, a cura della Cia - Confederazione Italiana Agricoltori.

“Conoscere il mondo agricolo significa sapere cosa si mette nel piatto. Quindi avvicinare i bambini ai tanti segreti del lavoro nei campi vuol dire creare i presupposti per l’equilibrio alimentare del loro futuro”. Lo affermano gli esperti della Cia-Confederazione Italiana Agricoltori, che sottolineano quanto l’educazione alimentare sia indispensabile in Italia, dove il 23,3% dei bambini dai 3 ai 6 anni è in sovrappeso o obeso. Percentuale che sale al 32,3% tra gli 8 e i 9 anni. E sono i numeri più alti d’Europa.

Ma, nonostante le lacune dei più piccoli in materia agricola, rimangono evidenti - ribadisce la Cia - dal 2003 ad oggi la situazione è migliorata grazie al moltiplicarsi di progetti e iniziative, come quelle realizzate proprio dalla Cia assieme agli istituti scolastici. Basti pensare che all’epoca i dati forniti dalle stesse scuole evidenziavano come il 30% dei bambini sostenevano che polli e tacchini avessero 4 zampe, mentre oggi, come riscontrato anche nei mini-test a cui i piccoli si stanno sottoponendo durante la festa dell’agricoltura, solo 1o su 10 sbaglia la risposta al quesito. La Cia, inoltre, riferisce che il 47% dei bambini italiani tra i 6 e i 10 anni non sa da dove viene lo zucchero, il 74% ignora l’origine del cotone, mentre il 26% crede che cresca sulle pecore. E ancora: un terzo del campione non è in grado di citare nemmeno un prodotto derivato dal girasole e il 41% crede che i tuberi crescano sugli alberi.

Se ci spostiamo sul capitolo “animali”, sono tutti più preparati. Interrogati su quali animali producono latte, tutti i bambini hanno menzionato le mucche. Tuttavia, il 61% ha citato anche le capre e un bambino su due anche le pecore. Sul fronte dei derivati, il formaggio è il più citato da tre bambini su quattro. Ma il 46% ha ricordato anche il burro e il 33% lo yogurt. Le risposte più sorprendenti e buffe, però, i bambini le danno quando sono chiamati a rispondere a quei quesiti dedicati alle attività agricole innovative: le biomasse da fonti energetiche rinnovabili diventano grossi sassi naturali e la colza, invece che una pianta da cui estrarre olio combustibile diventa un frutto di mare.

Si tratta di un quadro complessivo - conclude la Cia - che “stona” con la nostra tradizione alimentare, radicata sulla dieta mediterranea, un modello nutrizionale tra i più sani ed equilibrati del mondo.

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