“I ristoranti e i bar non sono tra i luoghi più pericolosi per eventuali contagi”. A poche ore dalla ormai più che probabile stretta sugli orari di apertura al pubblico dei locali, Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) prende in prestito le parole dell’Istituto superiore di Sanità nel suo monitoraggio settimanale secondo cui attualmente il 77,6% dei contagi avviene in ambito domestico. Un dato, aggiunge Fipe/Confcommercio, riproposto dal dottor Luca Richeldi (membro del Comitato tecnico scientifico), che, recentemente, ha ribadito che i luoghi privati sono quelli dove avvengono “la stragrande maggioranza dei contagi” e quindi che non possa fare una grande differenza “ridurre di un paio d’ore l’apertura degli esercizi pubblici, quando siano ben regolamentati”.
Una posizione che, osserva Fipe, “fa il paio con quella espressa poche ore prima dal professor Massimo Galli, responsabile del Reparto di Malattie Infettive dell’Ospedale Sacco di Milano”. Concetti che hanno rafforzato ancora di più le convinzioni del mondo dei bar e dei ristoranti alle prese con un 2020 molto difficile, tra lockdown e il diffondersi dello smart-working che ha fatto precipitare la clientela. “Queste due prese di posizione sono molto nette - commenta Roberto Calugi, dg Fipe Confcommercio - e dimostrano che, in questo momento, i ristoranti sono un luogo sicuro, anche grazie alle misure messe in campo con la collaborazione dei ristoratori. Mi auguro che sia il governo che le Regioni tengano conto di questi pareri prima di tornare a prendere in considerazione misure tanto drastiche quanto inutili, che avrebbero come unico effetto la morte di un settore cruciale per l’economia italiana. È impensabile che il popolo della notte torni a casa alle ore 23, la sfida per tutti è quella di incrementare i controlli sia dentro che fuori dai locali”.
Sulla stessa linea si esprime anche Rocco Pozzulo, presidente della Federazione Italiana Cuochi (Fic). “Non sono certo i ristoranti e le sale di ricevimento a creare l’incremento del Covid. Questi sono locali in cui ci sono controlli rigorosi su distanziamento e dispositivi di protezione. Chiediamo che si consenta ad una categoria già duramente colpita di chiudere in serenità la stagione, che a novembre volge al termine, e soprattutto di effettuare i controlli nelle strade e nei luoghi di assembramenti”. E, intanto, cresce l’attesa per il nuovo Dpcm che, come ha anticipato poco fa il premier Giuseppe Conte, potrebbe arrivare già stasera.
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