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NARRAZIONE DEL TERRITORIO

Barolo di Serralunga: la vendemmia non più solo “giudicata”, ma raccontata con un “Manifesto”

A “firmarlo” Master of Wine e giornalisti, italiani e non. L’idea di Andrea e Oscar Farinetti, nel “Serralunga Day”, a Fontanafredda

Non più voti secchi, stelle o rating troppo sintetici per raccontare un qualcosa di complesso e variegato come una vendemmia di un territorio, la cui qualità reale dei vini, peraltro, si vede negli anni, ma un “Manifesto” che è quasi una narrazione, sintesi dei giudizi di degustazione di un panel, composto da Master of Wine e giornalisti del vino internazionali ed italiani (tra cui anche WineNews), nel terroir di Barolo. È l’idea “suscitata” da Oscar Farinetti e fatta sua dal figlio Andrea Farinetti, alla guida di Fontanafredda, tenuta storica del Barolo (appartenuta anche al Re d’Italia, e famosa per la Bela Rosin, una delle aziende più importanti del Barolo, con 40 ettari a corpo unico) e del territorio di Serralunga d’Alba. E che si è concretizzata nel “Serralunga Day” n. 3, l’incontro che mette insieme 27 dei produttori più importanti (Alessandro Rivetto, Angelo Negro, Bersano, Franco Boasso, Cantina del Nebbiolo, Cascina Adelaide, Diego Rivetti, Domenico Clerico, Enrico Serafino, Ettore Germano, Famiglia Anselma, Fontanafredda, Garesio, Giovanni Rosso, Luigi Baudana, Luigi Vico, Mauro Veglio, Palladino, Pico Maccario, Podere Gagliassi, Principiano Ferdinando, Schiavenza, Tenuta Cucco, Tenuta Rocca, Viberti Osvaldo, Villadoria, Vite Colte) della “menzione comunale” più rivendicata del Barolo, nata 33 anni fa, nel cuore delle Langhe Patrimonio Unesco,, evento scaturito dal desiderio di tutti i produttori della denominazione di dare vita a un momento di confronto e scambio sulle diverse interpretazioni del territorio e delle annate, concretizzandolo in una presentazione dei loro Barolo più iconici a wine critic, giornalisti e ristoratori.
Una giornata all’insegna della condivisione, con la degustazione in anteprima e il confronto sull’annata 2021, con un nuovo modo di raccontare la vendemmia, sulla quale si sono confrontanti Master of Wine come Gabriele Gorelli, Annette Scarfe, da Singapore, e Justin Knock, dall’Australia, in una degustazione al termine della quale una “super giuria” composta da Gabriele Gorelli e quattro rappresentanti di categoria (stampa italiana, tra cui anche WineNews, stampa estera, Master of Wine e produttori), ciascuno eletto dagli appartenenti al medesimo gruppo, ha assegnato un punteggio all’annata 2021 e ne ha redatto il ritratto, un commento approfondito che ne rivela le molteplici sfumature e le caratteristiche che la contraddistinguono. “Barolo Serralunga d’Alba 2021, il ritratto del presente che guarda al futuro. L’annata 2021 celebra un’individualità audace che nasce dall’incontro tra uno spirito solare e una struttura importante. Da un lato, i colori vibranti dell’impressionismo, e, dall’altro, la geometria del cubismo”, l’incipit del “Manifesto”. Che continua: “un’annata che non va semplicemente valutata, ma contemplata in prospettiva, come un’opera d’arte. La sua missione è l’evoluzione. Coniuga l’armonia delle grandi vendemmie del passato con la capacità di esprimersi piacevolmente nel presente. Tra le sue peculiarità, energia, sostanza, eleganza e forza. L’annata 2021 è interprete fedele del nostro tempo. Offre freschezza, tannini dinamici e frutto intenso. Vive la contemporaneità accettando pienamente la sfida, propria della denominazione, dello scorrere del tempo. Con densità e rigore il Barolo di Serralunga d’Alba si prende cura con consapevolezza del potenziale e del valore del suo terroir”.
Ma il perché di questo progetto diverso di narrazione di una vendemmia, che va oltre stelle, punteggi o rating vari, come si è visto fino ad oggi in tanti territori, lo spiegano i loro ispiratori ed ideatori, a WineNews. “Non sono assolutamente l’ideologo - racconta Oscar Farinetti - che è, invece, mio figlio Andrea. Diciamo che sono il “suscitologo”, nel senso che probabilmente, a livello sentimentale, le cose che sostengo hanno contagiato mio figlio e gli hanno fatto venire in mente queste cose. In realtà, il processo di semplificazione è molto importante alle persone. In alcuni casi e ad alcune cose si può anche dare un voto, ma ci sono altre per cui non è possibile. Pensiamo a quante variabili ha una vendemmia. Quante variabili fisiche, che vuol dire terra e clima, e quanti variabili metafisiche, che vuol dire l’atteggiamento dell’agricoltore, dell’enologo, i desideri, le sue speranze. Dentro al grappolo c’è tutto, c’è tutta una qualità attesa, che poi deve diventare qualità percepita. E rendere questo è molto difficile. E allora abbiamo pensato che, siccome un fatto non raccontato non esiste, e una vendemmia non raccontata è come se non esistesse, allora va raccontata. Quindi raccontiamola, assaggiamola, e la cosa, secondo me, geniale che ha fatto mio figlio, è dire che già che lo facciamo, invitiamo critica, giornalisti, ci assumiamo le spese, invitiamo i nostri amici e coinquilini di questo Comune che è strepitoso che è Serralunga. Un bel gesto, invitiamo quelli piccoli, quelli medi, quelli grandi. Nella produzione del vino non è assolutamente vero che piccolo è bello, che grande è brutto, o viceversa. E quindi ci sono tutti i nostri amici qui, a cui noi vogliamo molto bene, perché insieme abbiamo avuto la fortuna pazzesca di vivere e lavorare in un territorio incredibile. Nessuno di noi decide dove vivere, dove nascere, dove lavorare: è pura fortuna, nascere qui e non magari in un deserto dove non puoi piantare un tubo, e chi ha avuto tanta fortuna nella vita deve farsela perdonare. Raccontando questa vendemmia e cercando anche un po’ di esorcizzarla, per far diventare il Barolo più peperino, più accessibile a tutti. Perché bisogna smettere questo fatto di aspettare la prossima pernice, il prossimo anniversario, la prossima cosa importante per bere un bicchiere di Barolo. Dobbiamo far venire voglia, anche perché bere un bicchiere di Barolo è meraviglioso, anche con pane e salame. E questa annata 2021, che assaggio di settimana in settimana, mi sembra sempre migliore, e siamo molto contenti. E questo va raccontato, anche con un “Manifesto”, che, comunque, non è fatto di 10.000 parole, sarà fatto di 600-700 parole, una cosa leggibile. Anche di fretta, da parte di tutti”.
Un progetto nuovo, per la valorizzazione di un territorio, che chiama in causa anche una sinergia vera tra produttori: “penso che sia fondamentale - spiega Andrea Farinetti - perché il fare sistema ti dà l’idea, la dimensione di quello che può essere un grande terroir. Da soli possiamo fare tanto, possiamo avere creatività singola, possiamo lavorare sulle nostre piccole sfumature, ma non costruiremo mai un territorio da soli. E allora se tu vai ad analizzare quelli che sono i grandi terroir del mondo del vino, in Italia, e al di fuori dell’Italia, sono tutti quelli che sono riusciti a costruire una grande collettività. E, quindi, fare sistema è fondamentale. E poi ti dà l’opportunità di crescere molto più rapidamente che da soli. Questo evento, il “Serralunga Day”, nasce proprio per cercare di tirar fuori questo spirito collettivo importante”.
Forte, in questo percorso, anche la presenza delle istituzioni, nelle personalità di Sergio Moscone, sindaco di Serralunga d’Alba, e Sergio Germano, presidente del Consorzio di Tutela del Barolo e del Barbaresco: “siamo soddisfatti della manifestazione, edizione n. 3, a riprova dell’importanza del territorio di Serralunga e dei suoi produttori. La menzione di Serralunga è anche la più rivendicata tra quelle comunali, che iniziano a essere sempre più riconosciute e apprezzate, in primis dalle cantine e dal mercato. La menzione comunale, infatti, riesce a esprimere bene, grazie al lavoro di concerto dei produttori, il territorio: la sua potenza, la struttura e la longevità” afferma Germano. Un evento che, oltretutto, ha avuto anche un risvolto benefico, con il raccolto della cena a “10 mani” con i cuochi di cinque ristoranti di Serralunga “Vinoteca Centro Storico, Tota Virginia, Osteria Tre Case, La Rosa dei Vini e, naturalmente, Guido Ristorante (il ristorante stellato Michelin di Fontanafredda, guidato da Ugo Alciati), che sarà donato a “La Collina degli Elfi” di Govone, un’associazione territoriale che propone un progetto dedicato alle famiglie con bambini malati di cancro che hanno ultimato le terapie e iniziato il loro percorso di recupero”.

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