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BASTA CON I PRODOTTI TAROCCATI: IL “MADE IN ITALY” E’ UNA GALLINA DALLE UOVA D’ORO E VA DIFESO A TUTTI I COSTI

“Bisogna chiudere con decisione le porte a tutti i tentativi di frode e sofisticazione per difendere i primati conquistati dal vino italiano che rappresenta la prima voce dell’export agroalimentare nazionale e concorrere in modo determinante all’immagine del made in Italy nel mondo”. Lo afferma la Coldiretti nel commentare positivamente l’operazione della Guardia di Finanzia di Venezia che ha portato ad uno dei più ingenti sequestri della storia con ben 900.000 bottiglie di vino comune spacciato per vino doc con etichette false che portavano le diciture Prosecco, Amarone, Chianti e altre marche famose in tutto il mondo.

Dopo il grande percorso di valorizzazione qualitativa che ha portato il vino italiano alla conquista di ripetuti successi occorre insistere - afferma la Coldiretti - sulla strada della “tolleranza zero” nei confronti di episodi che causano un danno economico e di immagine gravissimo che coinvolge peraltro il mercato tedesco che è il principale importatore di vino italiano. Le esportazioni di vino made in Italy nel mondo hanno fatto segnare un aumento del 12% in valore, nonostante il record raggiunto nel tasso di cambio dell’euro rispetto al dollaro sulla base dei dati Istat sul commercio estero nei primi 7 mesi del 2007.

La crescita del vino italiano all’estero riguarda tutti i diversi continenti con incrementi in valore del 6 per cento negli Stati Uniti e del 14% nell’Unione Europea che rappresentano i principali clienti. Ad aumentare - continua la Coldiretti - sono anche le esportazioni sui mercati emergenti con un incremento del 6 per cento in Giappone e del 7 per cento in Cina e del 20% in India dove tuttavia le quantità restano contenute. I risultati raggiunti dimostrano la presenza di nuove e rilevanti opportunità di crescita del vino made in Italy che ha raggiunto complessivamente un fatturato record di 9 miliardi di euro, 3,2 dei quali attraverso l’export, con quasi il 60% della produzione destinata ai 469 vini nazionali Doc, Docg e Igt. Un patrimonio di credibilità che - conclude la Coldiretti - non può e non deve essere messo a rischio.

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