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BERETTA RADDOPPIA IN CINA, CON UN NUOVO STABILIMENTO CHE SARÀ INAUGURATO DOMANI NEL DISTRETTO DI DANGTU: CON UNA CAPACITÀ PRODUTTIVA DI OLTRE 3.000 TONNELLATE L’ANNO E 150 DIPENDENTI PER PRODURRE SALUMI PER IL MERCATO CINESE DA MAIALI CINESI

Uno dei colossi del food made in Italy raddoppia in Cina, dove, per aumentare i volumi di produzione, sempre di più si concentrano gli investimenti anche del mondo agroalimentare: sarà inaugurato domani nel distretto di sviluppo economico di Dangtu, Màanshan, provincia cinese dell’Anhui (a circa 300 km da Shanghai e a circa 60 km da Nanchino) il secondo stabilimento in Cina del salumificio Beretta, alla presenza di autorità italiane e cinesi. Un impianto di 9.000 mq con una capacità produttiva di oltre 3.000 tonnellate all’anno e un organico di 150 dipendenti, che si focalizzerà sulla produzione di tutti i principali salumi stagionati, da maiali cinesi selezionati, consentendo un incremento dei volumi di produzione in aggiunta a quelli italiani (il fatturato 2011 del Gruppo è pari a 592 milioni di euro). Prodotti destinati al mercato cinese, dove Beretta è già presente con uno stabilimento nei pressi di Nanchino e ha una joint venture con il gruppo alimentare cinese Yurun.

“Il nuovo stabilimento - ha detto Vittore Beretta, presidente del gruppo brianzolo - è la nuova tappa di un processo che ci vede leader nel settore anche in Cina, dove siamo arrivati prima esportando il prosciutto di Parma e poi costruendo il primo impianto. Gli ottimi risultati avuti al di sopra delle nostre aspettative, a doppia cifra, ci hanno spinto alla costruzione di questo nuovo stabilimento nel quale impieghiamo non solo tutto il nostro know-how, ma anche tutti macchinari italiani. Lo stesso stabilimento è stato progettato in Italia, con ritorno anche per l’indotto del nostro paese”.

Per il salumificio Beretta la Cina è una grande risorsa più che una minaccia, un mercato nel quale si produce per la vendita interna, sfruttando l’enorme mercato cinese e dei Paesi limitrofi per aggiungere valori e numeri a quanto fatto in Italia dove non arrivano i prodotti che il salumificio fa in Cina. “Qui produciamo per questi paesi. Siamo riusciti - continua Beretta - grazie ai nostri partner ma soprattutto al nostro know-how a selezionare materia prima di qualità che, grazie alle nostre ricette, fa risultare un ottimo prodotto. La Cina è una risorsa importante anche per i Paesi limitrofi, dove speriamo di arrivare grazie a questi impianti che abbiamo qui, ma anche perché attestarsi ai primi posti di un mercato come questo ci dà molta visibilità in altre parti del mondo”.

Certo i maiali cinesi non possono competere in qualità con quelli italiani, “ma siamo riusciti a trovare un ottimo compromesso. La Yurun macella da sola oltre 50 milioni di capi l’anno quando l’intero patrimonio suino italiano è di 11 milioni di capi. Abbiamo selezionato maiali cinesi dello Shandong che si avvicinano un po’ ai nostri, qui sono oltre la media, più pesanti, visto che il prodotto cinese è leggerino. Ma nulla a discapito della qualità”. E in termini di qualità Beretta in Cina fa scuola, perché il protocollo firmato con le autorità di Pechino rappresenta la cornice anche
per gli altri produttori di salumi. Il Gruppo Beretta, che quest’anno festeggia 200 anni di attività, si colloca al primo posto nel mercato dei salumi (quota a valore), e al primo posto nella gastronomia fresca. Di rilievo anche il ruolo dell’export: i prodotti Beretta sono distribuiti in Europa, Nord America, Medio Oriente, Asia, Australia, con 16 stabilimenti sparsi in tutto il mondo e oltre 1.195 dipendenti. Il fatturato del Gruppo nel 2011 è stato pari a 592 milioni di euro.

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