Ci sono anche Ferrero, colosso italiano e leader del settore dolciario con sede ad Alba, e tra i marchi del made in Italy più apprezzati e conosciuti nel mondo (alla posizione n. 11), e Lidl, una delle maggiori catene discount della Gdo internazionale (alla posizione n. 15), tra le aziende dei sogni dei neolaureati italiani, messe infila dal “Best Employer of Choice 2020”, che fotografa le aspirazioni e le difficoltà dei giovani laureati in cerca di lavoro. Sul podio, tutto italiano, ci sono, invece, Ferrovie dello Stato, Eni e Feltrinelli, seguite dalla Bayer e da Google, per la prima volta fuori dal podio. La classifica è il frutto dell’osservatorio sui giovani neolaureati italiani che Cesop HR Consulting Company realizza ogni anno dal 2002, su un campione rappresentativo di 2.500 neolaureati in cerca di lavoro, e l’indagine offre, oltre al tradizionale ranking delle aziende che attirano maggiormente i laureati come luogo di lavoro, indicazioni importanti sull’universo dei giovani che si affacciano sul mercato occupazionale.
Tra i settori produttivi che attraggono di più, quello della consulenza e revisione aziendale (24,2%) è il più desiderato, seguito dall’industriale - manifatturiero (20,3%) e dai media e comunicazione (17,9%). Ultimo nella classifica dei settori produttivi preferiti in cui lavorare è la grande distribuzione (3%). Interessante segnalare la disponibilità agli spostamenti da parte dei giovani che hanno terminato il percorso di studi universitario. Sono più del 90% (91%) quelli disposti a spostarsi in tutto il territorio italiano e anche all’estero per motivi di lavoro. Le donne (89,6%) meno disponibili degli uomini (93%) agli spostamenti ma sempre molto propense ad allontanarsi dalla famiglia di origine pur di entrare nel percorso professionale che le accompagnerà per tutta la vita.
“In un mercato in cui tutti comprano e tutti vendono, i neolaureati che hanno seguito un percorso
formativo nell’area Stem - spiega Giuseppe Caliccia, direttore della ricerca Cesop HR Consulting Company - non soffrono minimamente il problema di un’eventuale situazione di disoccupazione post laurea. Al contrario i
neolaureati in materie umanistico-giuridiche affrontano un percorso di ingresso nel mercato del
lavoro pieno di ostacoli e complessità. Non è il grado di preparazione o il talento a fare la
differenza in Italia ma l’area di studio”.
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