02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

BIBITE ZUCCHERATE SOTTO ACCUSA: OGNI ANNO CAUSANO 180.000 MORTI NEL MONDO. COSÌ UNA RICERCA DALL’HARVARD SCHOOL DI BOSTON. MA ASSOBIBE RISPONDE: “LO STUDIO NON DIMOSTRA CHE IL CONSUMO DI BEVANDE ZUCCHERATE SIA CAUSA DIRETTA DI PATOLOGIE CRONICHE”

Le bibite zuccherate a base di soda, le bevande sportive o “energy drink” e i succhi di frutta dolci sono responsabili ogni anno nel mondo della morte di 180.000 persone, 500 al giorno. Parola di una ricerca presenta dall’Harvard School of Public Health di Boston alla conferenza annuale dell’American Heart Association, dedicata alla nutrizione e alle malattie metaboliche. E Assobibe, l’associazione di Confindustria che rappresenta i produttori di bevande analcoliche risponde: “lo studio non dimostra che il consumo di bevande zuccherate sia causa diretta di patologie croniche quali diabete, patologie cardiovascolari o alcune tipologie di cancro”.
“Questa tipologia di prodotti consumati in tutto il mondo - spiegano i ricercatori di Boston - contribuiscono all’eccesso di peso, una delle cause dell’aumento del rischio di sviluppare patologie croniche come il diabete, le malattie cardiovascolari e alcuni tipi di cancro”. Lo studio, esaminando precedenti ricerche, ha collegato l’assunzione di bevande zuccherate a 133.000 decessi per diabete, 44.000 per malattie cardiovascolari e 6.000 per le neoplasie. Il 78% di queste morti sono avvenute in Paesi dove la popolazione ha redditi medio-bassi, piuttosto che in quelli più ricchi. “La nostra ricerca - sottolineano gli scienziati - mostra che negli Stati Uniti, circa 25.000 decessi nel 2010 sono collegati a questo tipo di bevande zuccherate”. L’American Heart Association raccomanda di consumare non più di 450 calorie a settimana provenienti dalle bevande zuccherate, sulla base però di una dieta di 2.000 calorie.
I ricercatori hanno calcolato i quantitativi di zucchero e dolcificanti assunti dalla popolazione mondiale grazie alle bibite. Raggruppando i risultati per età e sesso, ma anche effetti sull’obesità e il diabete, e decessi correlati. Ebbene su nove regioni del pianeta nel 2010 la zona America Latina-Caraibi ha registrato il maggior numero di morti per diabete (38.000) legato proprio al consumo di bevande zuccherate. Mentre l’Asia ha il maggior numero di decessi per patologie cardiovascolari (11.000). Tra i 15 Paesi più popolosi del mondo, il Messico ha il più alto consumo pro-capite di bevande zuccherate e il tasso più alto di decessi: 318 morti per milione di adulti legate all’assunzione di bevande dolci. Mentre il Giappone, uno dei Paesi con il più basso consumo pro-capite di bevande zuccherate del mondo, ha anche fatto registrare il più basso tasso di mortalità associato con il consumo di queste bibite: circa 10 decessi per milione di adulti.
Non è dello stesso avviso Assobibe che sostiene che questa ricerca che mette sotto accusa le bibite dolci, non dimostra che il consumo di bevande zuccherate sia causa diretta di patologie croniche quali diabete, patologie cardiovascolari o alcune tipologie di cancro. È insensato, spiega Assobibe, prendere di mira un solo alimento su patologie multifattoriali. L’abstract della ricerca, non pubblicata su alcuna rivista scientifica né valutata con le metodologie condivise, continua l’associazione, sembra più orientata al sensazionalismo mediatico che a criteri di scienza. Quello presentato, è uno studio epidemiologico osservazionale che non consente di stabilire un nesso di tipo causale tra le situazioni rilevate (ad esempio l’obesità) e le condizioni ad esse associate (ad esempio elevati consumi di uno specifico alimento). Per la stessa American Heart Association, ricorda Assobibe, che nel 2009 ha rilasciato una posizione ufficiale sugli zuccheri aggiunti, è inverosimile che un singolo alimento o un singolo gruppo di alimenti siano la causa essenziale del sovrappeso e dell’obesità, perché si tratta di condizioni metaboliche complesse. Le linee guida dell’Inran (Istituto Nazionale Ricerca Alimenti e Nutrizione) per una sana alimentazione invitano ad un consumo equilibrato senza esclusione di alimenti ed evidenziano che zuccheri, dolci e bevande zuccherate possono essere consumati nei giusti limiti nel contesto di un’alimentazione equilibrata. Infine, conclude Assobibe, anche secondo l’Efsa (European Food Safety Authority) l’associazione tra un elevato apporto di zuccheri ed il rischio di sviluppare sovrappeso o obesità non è adeguatamente supportata dai dati scientifici disponibili.

Focus - Salute: allarme bibite riguarda 23 milioni di italiani. Subito l’aumento percentuale al 20% del succo deciso per legge. Lo dice la Coldiretti
Sono quasi 23 milioni gli italiani che dichiarano di bere bevande gassate e di questi ben 6,5 milioni dichiara di farlo regolarmente: emerge da un’indagine Censis-Coldiretti, in riferimento all’allarme lanciato dal maxi-studio globale, presentato alle sessioni scientifiche del meeting American Heart Association’s Epidemiology & Prevention/Nutrition, Physical Activity & Metabolism 2013, in corso a New Orleans, nel quale si stima che ogni anno nel mondo 180.000 morti l’anno siano da collegarsi al consumo di bibite zuccherate tra diabete (133.000), malattie cardiovascolari (44.000) e tumore (6.000).
Di fronte al nuovo allarme la Coldiretti chiede di rendere immediatamente operativa la “legge Balduzzi” sulla Sanità approvata dal parlamento che prevede l’obbligo di aumentare la percentuale di succo dal 12% al 20% nelle bibite. Uno stop alla aranciate senza arance che - rileva la Coldiretti - servirebbe a rendere più salutari le bibite con un consumo stimato di ben 200 milioni di arance in più all’anno da parte degli italiani.
In Italia, infatti, l’allarme sul consumo di bibite è amplificato da un pericoloso abbandono dei principi base della dieta mediterranea che è universalmente conosciuta come importante nella prevenzione delle malattie e che ha fino ad ora garantito agli italiani una vita media di 79,4 anni per gli uomini e di 84,5 per le donne, tra le più elevate al mondo.
Negli 2012 molti italiani - conclude la Coldiretti - hanno, invece, abbandonato i principi base della dieta mediterranea con un calo nei consumi familiari di pesce fresco (-3%), vino (-3%), ortofrutta (-2%) e olio di oliva (-1%), anche se hanno portato in tavola più pasta (+1%), secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Ismea.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli