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Bio & truffe: la Guardia di Finanza di Pesaro ha sequestrato terreni, edifici, conti correnti e autovetture per un valore complessivo di 20 milioni in una maxi inchiesta su un giro internazionale di false certificazioni di prodotti biologici

Il settore del “bio” è tra i pochi che continuano a crescere, e come tutti i fenomeni di successo, non è esente da truffe e scorrettezze: la Guardia di Finanza di Pesaro ha sequestrato terreni, edifici, conti correnti e autovetture per un valore complessivo di 20 milioni di euro a quattro dei 50 indagati in una maxi inchiesta internazionale della procura pesarese, in corso da mesi, su false certificazioni di prodotti biologici.
I quattro avrebbero certificato come biologici, attraverso un organismo di controllo, ingenti quantitativi di granaglie destinate alla zootecnia e, in alcuni casi all’alimentazione umana (soia, mais, grano). Agli indagati, che risiedono nelle province di Modena, Catania, Pesaro e Ancona, è stato notificato anche il divieto o di esercitare per due mesi attività di impresa e/o di consulenza per qualunque organismo di controllo.
Contestualmente sono stati eseguiti i sequestri preventivi di beni mobili ed immobili del valore di 20 milioni di euro, una somma che corrisponderebbe ai profitti illeciti. L’organizzazione trafficava granaglie provenienti da paesi Ue ed extra Ue, spacciandoli per prodotti da agricoltura biologico.

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