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BLITZ A STABILIMENTI, FERMATO LATTE STRANIERO. LA COLDIRETTI “ASSALTA” LA AURICCHIO DI PIEVE SAN GIACOMO

Decine di cisterne cariche di latte straniero non hanno potuto raggiungere gli stabilimenti di trasformazione dove davanti ai cancelli si trovano migliaia di allevatori della Coldiretti che chiedono una giusta remunerazione per il “made in Italy”: ecco i primi effetti della mobilitazione della Coldiretti in Lombardia dove si produce il 40% del latte italiano che sta coinvolgendo allevatori giunti dalla Lombardia, dal Piemonte, dal Veneto, dall’Emilia Romagna, ma anche dalla Toscana e dalle Marche e da altre regioni del Centro Sud.

Sono arrivati con ogni mezzo, in pulmann e in auto, ma anche con i loro rombanti trattori. Sorprende il grande numero di giovani e donne che hanno voluto esprimere tutto il loro disagio per un lavoro in cui credono, ma che qualcuno vorrebbe rendere impraticabile. Nelle loro aziende hanno trovato qualcuno che li sostituisse nei quotidiani adempimenti allevatori (“le vacche devono comunque essere munte due volte al giorno e devono mangiare” dice un giovane di Bergamo). Dappertutto le bandiere gialle della Coldiretti e centinaia di cartelli sollevati verso il cielo nei quali si legge “dalla stalla alla tavola il prezzo del latte aumenta del 300%”, “La trattativa sul latte deve ripartire”, “Agli allevatori il latte viene pagato meno di mezzo caffè al bar”, “dopo il latte della mamma voglio solo quello made in Italy”, “Vogliono diminuire i compensi agli allevatori e aumentare i prezzi per i consumatori”.

“Il blocco è totale nello stabilimento Auricchio e nessun camion ha varcato in uscita i cancelli ma presidi si stanno diffondendo a macchia d’olio in altri stabilimenti di trasformazione del latte. La protesta andrà avanti ad oltranza fino a quanto gli industriali - sottolinea la Coldiretti - non decideranno di tornare al tavolo della trattativa”.

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