Parte da Bolgheri, territorio del vino italiano più in forma del momento (e già in fase di vendemmia lungo i filari che corrono lungo il celebre “viale dei cipressi”), il primo evento di presentazione della produzione enoica della Toscana, che andrà in commercio nel prossimo futuro, ovvero “Bolgheri DiVino”, con la regia del Consorzio per la Tutela dei vini Doc Bolgheri e Bolgheri Sassicaia, oggi guidato da Albiera Antinori (Tenuta Guado al Tasso), Cinzia Merli (Le Macchiole) e Priscilla Incisa della Rocchetta (Tenuta San Guido), che guarda al futuro, come abbiamo raccontato qui, che inaugura così la stagione delle grandi “Anteprime” del vino prodotto dalla terra di Dante e del Rinascimento, che si rincorreranno tra gli ultimi scampoli del 2022 e gli inizi del 2023.
Protagonisti dell’evento i Bolgheri Superiore annata 2020 (e i Bolgheri Doc 2021), che debutteranno sul mercato nel 2023, e che arrivano da un’annata che può essere considerata piuttosto regolare, almeno considerando la tendenza climatica in atto soprattutto a queste latitudini, che ha permesso ai vignaioli di portare in cantina uve dalle maturità equilibrate con buoni livelli di acidità. I vini, anche se con il beneficio del dubbio per dei campioni giovanissimi, in diversi casi non ancora in bottiglia, considerando che si tratta di una tipologia da invecchiamento, sono sembrati armoniosi ed equilibrati, senza eccessi aromatici, alcolici e/o fenolici. Intensi e dinamici, profondi, con trame tanniche quasi mai in eccesso.La 2020 è stata, infatti, un’annata dall’inverno mite e piovoso, con una primavera calda ma ancora caratterizzata da una buona piovosità, che ha regalato un regolare sviluppo vegetativo fino alla fioritura. A giugno le ultime piogge prima dell’estate, anch’essa calda e asciutta, ma non torrida. A fine agosto nuove precipitazioni che hanno portato un provvidenziale abbassamento delle temperature, risalite poi a settembre ad accompagnare la vendemmia.
E, tra i migliori assaggi di WineNews, si dimostra intrigante il naso del Bolgheri Superiore “Guarda Boschi” 2020 di Fornacelle,dalla bocca giovane e reattiva. Tocchi di amarena e macchia mediterranea negli aromi del Bolgheri Superiore 2020 di Mulini di Segalari dal gusto saporito e tendenzialmente slanciato. Assai ben profilati gli aromi del Bolgheri Superiore Argentiera 2020 della Tenuta Argentiera, capace anche di esprimere uno sviluppo gustativo senza tentennamenti e dalla cifra raffinata. Buone le sensazioni complessive del Bolgheri Superiore “Dorianae” 2020 di Campo al Pero, che diventano più leggibili e intriganti nel Bolgheri Superiore “Dedicato a Vittorio” 2020. Naso balsamico e fruttato per il Bolgheri Superiore “Tam” 2020 di Batzella, dal sorso succoso e continuo. Raffinato nei profumi e ben contrastato al gusto il Bolgheri Superiore “Dario di Vaira” 2020 di Dario di Vaira, che si replica anche nel ben eseguito Bolgheri Superiore “Frank” 2020. Molto godibile il profilo gustativo del Bolgheri Superiore “Impronte” 2020 di Giorgio Meletti Cavallari. Forse uno dei migliori il Bolgheri Superiore “Le Gonnare” 2020 di Fabio Motta, dal carattere aromatico fragrante e spiccatamente mediterraneo e dal sorso leggiadro e ben profilato. Di pari livello il Bolgheri Superiore “Podere Ritoriti” 2020 de I Luoghi, che propone anche una buona versione del suo “Campo al Fico”. Fine e assolutamente ben realizzato il Bolgheri Superiore “Arnione” 2020 di Campo alla Sughera. Sa farsi riconoscere per personalità, ormai peraltro acclarata, il Bolgheri Superiore “Grattamacco”2020 della Tenuta Grattamacco, vino ben eseguito e molto espressivo.
Reattivo il sorso del Bolgheri Superiore “Piastraia” 2020 di Michele Satta dai profumi ben centrati e tendenzialmente freschi. Tocchi ferrosi e di erbe aromatiche nel Bolgheri Superiore “Guado al Tasso” 20220 della Tenuta Guado al Tasso (Antinori), dallo sviluppo gustativo intenso e proporzionato. Suggestioni bordolesi negli aromi del Bolgheri Superiore “Le Colonne“ 2020 della Tenuta Le Colonne, dal gusto piacevolmente fragrante. Molto concentrato il Bolgheri Superiore “Ornellaia” 2020 della Tenuta Ornellaia (Frescobaldi) dai profumi ricchi e dallo sviluppo gustativo avvolgente. Altrettanto generoso il Bolgheri Superiore “Sondraia” 2020 di Poggio al Tesoro (Allegrini). Ancora con qualche cenno di rovere da assorbire il Bolgheri Superiore “Bell’Aja“ 2020 di San Felice, vino ben eseguito e di buona profondità. Intenso e avvolgente il Bolgheri Superiore “Guado de’ Gemoli” 2020 di Chiappini. Pulito e tendenzialmente armonico il Bolgheri Superiore “Caravera” 2020 di Podere dei Musi. Spezie e frutti rossi appena maturi per il Bolgheri Superiore “Guardione” 2020 di Micheletti, dalla buona fisionomia gustativa, che ritroviamo anche nel Bolgheri Superiore “Poggio Matto”, dalla vivacità gustativa ancora più accentuata. Ben fatto il Bolgheri Superiore “Marchesale” 2020 diFattoria Terre del Marchesato. Dalla buona caratterizzazione complessiva il Bolgheri Superiore “Maronea” 2020 di Casa di Terra. In parte ancora da farsi nei suoi aromi il Bolgheri Superiore “Aiola di Orma” 2020 di Orma, di buona materia e solida struttura. Ricca la speziatura del Bolgheri Superiore Castello di Bolgheri 2020 della Tenuta Castello di Bolgheri, dal gusto ampio e solido.
Dulcis in fundo, nella degustazione dei Bolgheri Superiore, un epilogo a sorpresa, che, in realtà, non va altro che a suggellare un legame forte, profondo e di mutua riconoscenza fra tutto un territorio e l’azienda che, senza temi di smentita, quel territorio ha contributo indelebilmente a collocare nel palcoscenico internazionale dei grandi vini: un Bolgheri Sassicaia vendemmia 2004 della Tenuta San Guido, in splendida forma, che ha messo in fila aromi invitanti di piccoli frutti rossi, spezie e cenni balsamici, ad introdurre una bocca sapida e vivace, ben articolata nella sua trama tannica dalla consueta cifra raffinata.
La manifestazione, oltre al suo focus dedicato ai media internazionali, trova un accento di novità assoluta nel “mettere al centro i grandi vini di Bolgheri nella loro terra di origine- ha osservato Albiera Antinori, presidente del Consorzio Doc Bolgheri - e l’edizione 2022 di “Bolgheri DiVino” sarà diversa dalla precedente, con l’apertura al pubblico della degustazione diffusa al Castello di Castagneto, dove i 63 soci presenteranno l’annata di imminente uscita, oltre ai vini più rappresentativi delle loro aziende in un percorso che si snoderà nelle sale del castello, con degli scorci dall’alto sul teatro bolgherese”, oggi e domani, 3-4 settembre”.
Il Consorzio per la Tutela dei vini Doc Bolgheri, nato nel 1995 poco dopo la nascita del disciplinare di produzione del 1994, raccoglie oggi 66 produttori i cui vigneti rappresentano oltre il 98% del totale. Nel 2021 la produzione imbottigliata è stata di 7.248.152, sviluppando un giro di affari tra i 150 ed i 170 milioni di euro, con un valore ad ettaro che si aggira sui 500.000 euro (stima WineNews). Benché il territorio sia molto piccolo, i produttori hanno saputo valorizzare al meglio le tante sfaccettature del territorio e in pochi anni i vini di Bolgheri sono diventati tra i più apprezzati dalla critica e dal mercato globale. L’età media delle vigne è di quasi 16 anni, coltivate su una superficie di 1.300 ettari, segnala che nel suo complesso il territorio è appena entrato nella sua maturità. La Doc Bolgheri è di gran lunga la denominazione col valore medio più alto in Italia e la conferma del successo a livello globale è attestata anche dall’indice del mercato globale del vino, il Liv-Ex. Nel 2020, tra le 10 referenze più scambiate a livello di commercio globale di fine wine, l’indice ne segnalava ben 3 appartenenti all’areale di Bolgheri.
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