Societé Jacques Bollinger, la holding company della famiglia Bollinger, che controlla l’omonima griffe dello Champagne, ma anche Ayala, Chanson Père & Fils in Borgogna, Delamain in Cognac e Langlois-Chateau nella Valle della Loira, amplia per la prima volta il suo raggio d’azione fuori dalla Francia, e conclude l’acquisizione di Ponzi Vineyards, pioniere dell’Oregon viticolo. Il prezzo dell’operazione, per il momento, non è stato svelato, ma l’accordo comprende la cantina, con una capacità produttiva di 40.000 casse, tutte le strutture destinate all’ospitalità nella Willamette Valley, e 14 ettari vitati, mentre gli altri 40 restano in mano alla famiglia Ponzi, che venderà le uve a Bollinger, secondo i termini di un accordo di lungo termine. Nell’attesa di un nuovo Ceo, intanto, a tenere le redini di marketing e vendite sarà Anna Maria Ponzi, alla guida dell’azienda da trent’anni, quando, con la sorella Luisa Ponzi alla parte produttiva, ha preso il testimone dai genitori, Dick e Nancy, i fondatori della griffe.
Come raccontato dal presidente e Ceo della Societé Jacques Bollinger a “Wine Spectator”, Etienne Bizot, la holding puntava un ampliamento in Usa già da quattro anni. “La scelta dell’Oregon, e quindi della Willamette Valley, è dettata dalle similitudini, da un punto di vista climatico, con Borgogna e Champagne. Ci abbiamo messo del tempo, perché investire in Usa non è affatto una scelta semplice”. Anche se, a ben vedere, per i grandi gruppi dello Champagne sembra diventata una moda. Bollnger, Oltreoceano, arriva dopo Moët Hennessy (Newton), Taittinger (Domaine Carneros), Roederer (Roederer Estate), GH Mumm (Mumm Cuvée Napa Brut) e Pommery (Louis Pommery California).
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