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LA VICENDA

Bomba nella pizzeria storica di Gino Sorbillo a Napoli. “Amo la Napoli “sana”, riapriremo presto”

Coldiretti: “atto vile alla vigilia della Giornata Internazionale della Pizza. Attacco ad un settore che vale 15 miliardi di euro”
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Il post con cui Gino Sorbillo annuncia l'attentato subito dalla sua storica pizzeria a Napoli

“Dopo l’incendio di 5 anni fa adesso arrivano anche le bombe .. Mi scuso con tutta la Napoli “buona”, l’Italia “buona” e con tutte le persone che vivono onestamente perché certi avvenimenti così forti ed eclatanti fanno cadere le braccia e demoralizzano la società. Sono stato nell’Arma dei Carabinieri ed ho scelto di fare il Pizzaiolo perché amo troppo la mia città e la amerò per sempre. La Napoli “sana” è sempre nel mio cuore. Gino Sorbillo #Napoli #Pizza #poliziadistato #carabinieri”. Con questo post su Facebook Gino Sorbillo, uno dei pizzaioli più celebri d’Italia e del mondo, ha raccontato l’episodio di cronaca che ha coinvolto la sede storica del gruppo, nel cuore di Napoli, fortunatamente senza che nessuno restasse ferito.

“Chiuso per bomba, riapriremo presto”, aggiunge Sorbillo con un cartello ritratto in una foto.


Un episodio grave che ha colpito un marchio ed un imprenditore spesso sotto i riflettori, come, purtroppo, molti ne avvengono lontani dalle cronache. “Un vile attacco della malavita che colpisce un intero settore dal fatturato stimato in 15 miliardi che sostiene l’occupazione di 200.000 addetti a tempo pieno e nel weekend”, commenta la Coldiretti, peraltro “alla vigilia della giornata internazionale della pizza italiana che si festeggia in tutto il mondo il 17 gennaio”.

Uno dei piatti simbolo del made in Italy, tra le eccellenze di quell’agroalimentare dove “il volume d’affari delle agromafie è salito a 21,8 miliardi - ricorda ancora Coldiretti - con attività che riguardano l’intera filiera del cibo, compresa la ristorazione.
Un business molto appetibile grazie alle 127.000 pizzerie presenti in Italia nel 2018 con la Campania che è la regione che ha il maggior numero di attività inerenti alla pizza, con il 16% sul totale delle pizzerie. L’impatto dei circa 5 milioni di pizze sfornate al giorno - continua la Coldiretti - si fa sentire anche sulla produzione agroalimentare in termini di ingredienti utilizzati durante tutto l’anno con circa 200 milioni di chili di farina, 225 milioni di chili di mozzarella, 30 milioni di chili di olio di oliva e 260 milioni di chili di salsa di pomodoro che, anche per la spinta del riconoscimento Unesco, è stata tutelata nel 2018 dall’obbligo di indicare l’origine in etichetta, per impedire che vengano spacciati prodotti importati come Made in Italy. Un successo – conclude la Coldiretti - dovuto alla caparbietà e dedizione di decine di migliaia di imprenditori che ogni giorno contribuiscono a far crescere il prestigio dell’Italia nel mondo che la criminalità non riuscirà certo a fermare”.

Intanto arrivano messaggi di solidarietà da ogni fronte, e tra i primi c’è anche quello di Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione UniVerde e tra i più attivi promotori della campagna che ha portato al riconoscimento Unesco per l’Arte del Pizzaiuolo Napoletano.

“Ho espresso la mia solidarietà a Gino Sorbillo per questo gravissimo episodio e l’ho trovato determinato e coraggioso come sempre. Una bomba alla vigilia della Festa di Sant’Antuono (ovvero Sant’Antonio Abate, ndr), protettore del pizzaiuolo napoletano, è un doppio messaggio di intimidazione che va respinto con fermezza da parte di tutti.
La Giornata cittadina del Pizzaiuolo Napoletano, che si celebra domani, dovrà essere un momento di risposta corale e unitaria contro chiunque pensi di intimidire quanti lavorano per ridare forza alla città di Napoli, rilanciare il turismo e le attività economiche. È evidente che questo attacco a una delle pizzerie più note, e a un giovane che si è fatto strada attraverso l’amore per l’arte del pizzaiuolo napoletano, è un’aggressione ai simboli della rinascita della nostra città, che deve continuare con grande determinazione. Sono convinto - conclude Pecoraro Scanio - che le autorità dovranno sempre più rafforzare le azioni delle forze di polizia contro chi pensa ancora di poter controllare il territorio, che va liberato dalla presenza della camorra e della criminalità”.

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