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BOOM DEI PREZZI DELLE MATERIE PRIME AGRICOLE: MAIS +42%, GRANO +34% E SOIA +17% NELL’ULTIMO MESE. COLDIRETTI ANALIZZA L’ANDAMENTO DEL MERCATO MONDIALE DEL SETTORE E PUNTA I RIFLETTORI SULLA SITUAZIONE ITALIANA: DI POCO SU I PREZZI E GIÙ LA PRODUZIONE

In tempi di crisi tornano in voga i beni essenziali, si taglia il superfluo, e a confermarlo è l’andamento del mercato internazionale e se le borse, il mattone e anche il prezioso oro sono in difficoltà, vuoi la congiuntura economica, vuoi la situazione climatica, s’impenna il valore delle materie prime agricole con i prezzi del mais a +42%, del grano a +34% e della soia a +17% nell’ultimo mese. Ma in Italia questi risultati si fanno attendere dagli agricoltori, salgono solo lievemente i prezzi e diminuisce la produzione. Ecco l’analisi Coldiretti sulla base delle quotazioni di chiusura settimanale di metà luglio al Chicago Board of Trade, punto di riferimento del mercato a livello internazionale, e della Borsa merci di Bologna.

Con la crisi sembrano tornare ad avere più valore i beni essenziali come il cibo, anche se a beneficiarne al momento, sottolinea la Coldiretti, sono soprattutto i prodotti importati per la forte dipendenza dell’Italia dall’estero per le materie prime agricole. L’aumento dei prezzi registrato a livello mondiale è però, sottolinea la Coldiretti, fortemente atteso dagli agricoltori italiani costretti a fare i conti con l’aumento dei costi, il drastico taglio dei raccolti dovuto al caldo e alla siccità e quotazioni che a livello nazionale non hanno ancora recepito a pieno l’andamento mondiale e restano insoddisfacenti. In Italia alla borsa merci di Bologna il mais è stato quotato in settimana, precisa la Coldiretti, attorno ai 24 centesimi al chilo, la soia attorno ai 51 centesimi al chilo mentre il grano tra 24 a 25 centesimi al chilo, solo in lieve rialzo rispetto allo scorso anno che fu particolarmente difficile. L’aumento dei prezzi è giustificato sul piano congiunturale, continua la Coldiretti, dal clima che ha colpito con il caldo e la siccità insieme all’Italia e all’Europa anche la “Corn Belt” nel Midwest degli Stati Uniti, mentre un calo dei raccolti è previsto in Russia nella zona del Mar Nero per le alluvioni e in Ucraina. In Italia, precisa la Coldiretti, centinaia di migliaia di ettari di mais non saranno raccolti. In realtà a pesare sono anche i cambiamenti strutturali come ha evidenziano, precisa la Coldiretti, l’ultimo rapporto Ocse-Fao secondo il quale la produzione agricola deve crescere del 60% nei prossimi 40 anni per far fronte all’aumento della domanda della maggiore popolazione mondiale, alla richiesta di biocarburanti e alla crescita dei redditi in Paesi come la Cina che spinge al maggiore consumo di carne e quindi di mangime per gli allevamenti. Soia e mais, spiega la Coldiretti, sono, infatti, gli ingredienti di base per l’alimentazione degli animali negli allevamenti per la produzione di carne e latte sui quali i rincari sono destinati avere effetto. Una prospettiva che, sostiene la Coldiretti, conferma l’importanza che l’Italia difenda il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile in una situazione in cui già adesso circa la metà dei prodotti alimentari sono importati, a cominciare appunto da grano, soia e mais. Non è un caso, infatti, che si assista nel mondo alla corsa all’accaparramento delle materie prime agricole con pesanti investimenti nell’acquisto di terreni da parte di investitori istituzionali a partire dalla Cina e dai Paesi Arabi per garantirsi l’approvvigionamento alimentare. Un nuovo colonialismo che, ricorda la Coldiretti, ha portato a essere oggetto di negoziazione nel mondo dai 50 agli 80 milioni di ettari, di cui oltre i due terzi nell’Africa sub sahariana, laddove Etiopia, Mozambico e Sudan hanno concesso le quantità di superficie più rilevanti.

Quest’anno in Italia, continua Coldiretti, le coltivazioni sono state colpite in molte zone dalla siccità che ha interessato i seminativi e dovranno essere riviste al ribasso le stime produttive che in Europa erano già previste in calo. Dall’analisi di Coldiretti sui dati di Copa Cogeca sulla campagna cerealicola 2012/2013 nei 27 Stati dell’Unione la produzione totale di cereali diminuirà dell’1,4%, passando da 286,1 milioni di tonnellate a 282,1, coltivati su 56,3 milioni di ettari. In calo il grano tenero. Secondo le previsioni, se ne produrranno 125,6 milioni di tonnellate, il 2,3% rispetto alla campagna precedente e scendono anche il mais, con un calo del 2,2% e 1,5 milioni di tonnellate in meno, e l’orzo (-0,8%). Per quanto riguarda, invece, i semi oleosi, la produzione totale europea passerà da 28,7 milioni di tonnellate a 27,8 milioni. Nel dettaglio, la soia, conclude la Coldiretti, si mantiene sostanzialmente stabile con 1,2 milioni di tonnellate, mentre il girasole cala del 3,7% (da 8,4 a 8,1 milioni/tonnellate) e la colza del 3,1% (da 18,9 a 18,4 milioni/tonnellate).

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