A pochi giorni dalla “Semaine des primeurs”, che accenderà l’attenzione del trade mondiale sui grandi vini dei 131 Chataux dell’Union des grands Crus de Bordeaux, dalla Gironda arriva il via libera all’estirpo, tecnicamente per ragioni sanitarie e per contrastare la flavescenza dorata, come previsto e riportato qui, di ben 9.500 ettari di vigneti, con un budget di 57 milioni di euro a disposizione. Un terzo, sostanzialmente, dei 30.000 ettari di vigna che, nel bordolese, si vorrebbero espiantare per riequilibrare il mercato. A renderlo noto, attraverso i media francesi, il Conseil Interprofessionnel du Vin de Bordeaux (Civb), che, nell’assemblea del 17 aprile2023, ha approvato il piano, sottolineando che le estirpazioni saranno finanziate per 19 milioni di euro dallo stesso Civb, tra fondi propri e prestiti, mentre in restanti arriveranno da fondi statali e regionali, per 6.000 euro ad ettaro”, a cui potrebbero aggiungersi 2.000 euro ad ettaro da parte della Regione e di Alliance Forêt Bois”, ha riassunto il presidente del Civb, Allan Sichel, durante la sua relazione morale, come riporta “Vitisphere”.
Dalla lotta alla flavescenza dorata, dunque, e per motivi fitosanitari, ad oggi unica strada realmente percorribile, come spiegato da Sichel e da Bernard Farges, vicepresidente Civb, parte ufficialmente un processo il cui obiettivo a medio termine è la riduzione della capacità produttiva del vigneto di Bordeaux, che, nel suo complesso, ad eccezione della quotazioni e del prestigio dei vini dei grandi Chateaux, vive una crisi di mercato senza precedenti. “Questo quadro sanitario limita tuttavia in modo piuttosto rigido i criteri di ammissibilità degli appezzamenti di terreno per questo piano di estirpazione. Riguarda solo le viti che non avranno prodotto nel 2023, o che hanno prodotto nel 2023 in attesa di essere estirpate, ma esclude le viti che non avevano già prodotto nel 2022, salvo casi di forza maggiore: grandine o altro evento imprevedibile”, spiega Bernard Farges. In ogni caso, oltre ai 38 milioni di euro messi a disposizione dallo Stato, che che consentiranno di finanziare l’estirpazione di 6.300 ettari di vigneto a 6.000 euro ad ettaro, altri 19 saranno messi sul piatto dal Civb, per finanziare l’estirpo di altri 3.200 ettari allo stesso prezzo. “5 saranno sostenuti da fondi propri e i 14 restanti saranno forniti attraverso l’accensione di un prestito per il quale speriamo che lo Stato faccia da garante”, afferma Fabien Bova, dg Civb.
Ma oltre ai 57 milioni di euro per 9,500 ettari, Allan Sichel e Bernard Farges, riporta ancora Vitishpere, aggiungono che la regione Nouvelle-Aquitaine potrà contribuire con altri 10 milioni di euro mobilitando il fondo Feasr. “Mentre i 57 milioni di euro finanziano la conversione dei vigneti interessati in terra nuda, senza la possibilità di reimpianto successivo, questa dotazione regionale è dedicata alla conversione dei terreni dopo l’estirpazione”, spiega Allan Sichel. Questo supplemento regionale può, quindi, essere mobilitato solo in aggiunta ai 3.200 ettari finanziati dal Civb, al fine di orientare la produzione di questi terreni verso qualcosa di diverso dal vino, nell’ambito di un aiuto che va dal 30 al 50% dell’investimento necessario alla diversificazione. In questo modo si potrebbero ottenere fino a 2.000 ad ettaro.
“Nei prossimi giorni dovranno essere definiti alcuni dettagli di attuazione con la Commissione Europea, ma speriamo di poter aprire il bando entro la fine di maggio. Speriamo anche di poter avviare il processo alla fine della vendemmia 2023”, ha detto ancora Bernard Farges. Per tutti gli altri appezzamenti di vite già incolti, più di 2.000 ettari per tutta la Gironda, è previsto un programma di rimboschimento. La società Alliance Forêt Bois sradicherebbe, installerebbe e manterrebbe una foresta sull’appezzamento, grazie al finanziamento del marchio “low carbon”. Il beneficiario recupererebbe il legno prodotto per un periodo di 25-30 anni. In ogni caso, questa è la strada tracciata da Bordeaux, anche se ancora andranno definiti i criteri di assegnazione dei fondi, e si studia anche un modo (probabilmente la possibilità di uno scambio di parcelle tra produttori) per salvare comunque i terreni dal miglior potenziale qualitativo. Ma se restano alcune incertezze, è evidente come il Civb sia impegnato ad affrontare “un piano di estirpazione sanitaria che non esiste altrove”.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024