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SCENARI

Brasile, la pandemia frena la crescita dei consumi enoici: passata la crisi, priorità il risparmio

Wine Intelligence, analisi tra i wine lover carioca: finita l’emergenza, niente vacanze all’estero né eventi. Il 28% stapperà una bottiglia di qualità
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Il vino in Brasile ai tempi del Coronavirus

Lontanissimo, oggi forse ancora di più, il Brasile vive la pandemia di Covid-19 in maniera del tutto peculiare: niente lockdown totale, gestione politica e sanitaria piuttosto caotica, ma tessuto sociale e produttivo che, tutto sommato, resiste. Portandosi dietro, però, gli strascichi di una crisi che, specie sul fronte economico (già di per sé decisamente stagnante, ndr), è destinata ad aggravarsi, di pari passo con le economie del resto del mondo. In tutto questo, anche il consumo di vino, specie importato, ne subirà le conseguenze. Come racconta Wine Intelligence nel suo “Brazil Wine Landscapes 2020”, infatti, il Brasile stava vivendo un momento molto positivo da un punto di vista enoico, con una platea di 38 milioni di consumatori abituali e 350 milioni di dollari di imbottigliato importato nel 2019, di cui 36,4 dall’Italia, divisi tra i 33,2 milioni di euro di vino fermo ed i 3,2 milioni di euro di bollicine. E questo nonostante la svalutazione del Real brasiliano, che ha perso il 30% sul dollaro lo scorso anno, fattore che incide in maniera importante sulle importazioni, anche di vino. Adesso, ci sarà da fare i conti con la crisi del turismo e con la disoccupazione, che stanno portando paura e sfiducia: 6 bevitori di vino importato su 10, così, dopo la fine del lockdown penseranno più che altro a ricostruire le proprie finanze, il 71% di loro difficilmente si concederà una vacanza all’estero, ed il 67% non è troppo propenso a partecipare ad eventi sociali una volta passata l’emergenza pandemia. Sentiment che, comunque, si fa più incoraggiante per il settore del food & beverage, già che il 28% dei consumatori abituali di vino afferma che, con il ritorno alla normalità, si vorrebbe regalare un vino di qualità, mentre il 30% si dice propenso ad assaggiare bevande e cibi mai assaggiati prima, al contrario di un altro 40%.

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