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BRUNELLO DI MONTALCINO: PER IL 2010 VENDEMMIA ECCEZIONALE. IL PRESIDENTE DEL CONSORZIO RIVELLA “ANNATA ECCELLENTE”. FATTORE VINCENTE? FORZA DEL TERRITORIO E SAPER FARE DEI VITICOLTORI. LO DICONO ESPERTI E PRODUTTORI. IL PROFESSOR SCIENZA: “5 STELLE”

Un raccolto in controtendenza rispetto agli altri territori della Toscana lascia intravedere una delle migliori annate degli ultimi anni. È questo il parere concorde di esperti e produttori che, a due mesi dalla vendemmia, hanno tracciato un primo bilancio della raccolta e si esprimono su quello che potrebbe essere il Brunello 2010, confermando, come sottolinea il presidente del Consorzio, Ezio Rivella, le previsioni di un’annata di ottimo livello qualitativo che avevamo preannunciato lo scorso ottobre”. Per Vittorio Fiore, enologo e consulente, che opera a Montalcino dagli anni Settanta “i vini ottenuti in questa vendemmia - iniziata comunque con ritardi che sono andati da un minimo di 8 ad un massimo di 14 giorni - manifestano quindi caratteristiche straordinarie per il Sangiovese, sia sotto il profilo organolettico (al momento ancora in fase evolutiva), sia sotto quello dei parametri compositivi, che - oltre ad una gradazione alcolica di ottimo livello ed, in alcuni casi, anche piuttosto alta - presentano valori di polifenoli totali, di antociani e di estratto molto elevati e raramente riscontrabili in questo vitigno”.
“Un grande territorio e un’annata da grandi viticoltori”. Questa la sintesi della raccolta 2010 secondo Giancarlo Pacenti dell’azienda Siro Pacenti e vicepresidente del Consorzio del Brunello. “Un risultato possibile - in una annata che si era presentata all’inizio abbastanza complessa- solo grazie alla grandissima capacità dei viticoltori di Montalcino”. Per il vino “ottima struttura, profumi intensi e soprattutto grande equilibrio insieme ad una eleganza straordinaria. Caratteristiche che é difficilissimo avere tutte insieme nella stessa vendemmia. Per me una delle più grandi vendemmie di sempre”. Parere condiviso da Franco Biondi Santi, storico produttore del Brunello che, con la Tenuta il Greppo, è forse colui che ha visto più vendemmie di Brunello in assoluto “la raccolta 2010 è stata straordinaria. Il buon andamento climatico di Settembre ha dato come risultato acini piccoli con la buccia molto spessa, colorita e ricca di pruina. I mosti sono risultati molto zuccherini con acidità totale ottimale”.
Per Rudi Buratti, enologo di Castello Banfi “l’alto contenuto zuccherino ed un’importante acidità, uniti a polifenoli perfettamente maturi e colori intensi nei vini rossi sono le principali caratteristiche di quest’ultima vendemmia, un’eccellente premessa per vini di altissima qualità e da lungo invecchiamento. Il Sangiovese esprime in quest’annata la complessità dei profumi e l’eleganza ben strutturata della sua trama tannica. Un’annata, quindi, caratterizzata da un eccellente livello qualitativo che lascerà sorpresi gli amanti del Brunello e di tutti i vini di Montalcino. Ancora una volta Montalcino dimostra di essere un territorio unico, ad altissima vocazione viticola che premia i produttori che sanno interpretare al meglio la gestione viticola nelle differenti sottozone”.
E’ il parere anche di Patrizio Cencioni, che guida l’azienda Capanna “abbiamo ottenuto dei vini di ottima qualità. Il risultato è senz’altro molto superiore alle aspettative che avevamo in estate, quando le abbondanti piogge primaverili avevano determinato un ritardo nella fase vegetativa delle viti. Invece, il buon clima diurno e le temperature notturne piuttosto basse del periodo successivo hanno portato a una maturazione progressiva delle uve, caratterizzate da un’elevata acidità. Queste caratteristiche si sono riscontrate ancor più nei vini nuovi: gradazioni alcoliche elevate con alte acidità totali, a cui si aggiungono alta quantità e buona qualità dei polifenoli”.
Fabio Ratto di Antinori Agricola sottolinea come “l’andamento climatico, abbinato ad attente cure agronomiche, ha consentito di ottenere uve di grandissima qualità. Le giornate di sole che hanno caratterizzato la raccolta hanno permesso una perfetta maturazione dei grappoli, regalandoci una materia prima di qualità eccellente. I vini si sono presentati sin dai primi giorni di vinificazione ricchi di meravigliosi colori e di tannini morbidi. Quella del 2010 a Montalcino è stata sicuramente una vendemmia “superiore”. Per Fabrizio Bindocci, agronomo ed enologo della Tenuta Il Poggione “le giornate calde e ventilate di settembre ed ottobre hanno portato a maturazione perfetta le uve Sangiovese raccolte manualmente da metà settembre a metà ottobre. I vini sin dai primi giorni di fermentazione presentavano un colore intenso, carico, con tannini abbastanza morbidi preannunciando, almeno qui a Montalcino, una vendemmia decisamente ottima”. Per Ermanno Morlacchetti delle Tenute di Castelgiocondo e Luce della Vite, “attualmente in cantina i nuovi vini rispecchiano le caratteristiche delle uve: importanti gradazioni alcoliche, intensamente colorati di ottima struttura e di assoluto pregio, indici che ci fanno pensare ad un’“annata da leggenda”. Anche Edoardo Virano, direttore delle Tenuta Col d’Orcia, evidenzia come “i vini ottenuti dalla vendemmia 2010 sono straordinariamente fruttati e colorati, caratterizzati da tannini maturi e persistenti adatti ad un lungo periodo di invecchiamento e longevi nel tempo. Fin dalle prime fasi della macerazione si è potuto notare un’ottima estrazione sia del colore sia dei tannini. Il risultato finale è una grande vendemmia, sicuramente una delle migliori degli ultimi anni”. Giacomo Neri, proprietario di Casanova di Neri, “poche volte nella mia esperienza di cantina ormai più che ventennale ho visto una così alta qualità. Le uve raccolte hanno dato vini di grande equilibrio, con profumi netti, ottima acidità, colori intensi e valori di polifenoli alti e di qualità”.
Ma cosa rende questo territorio così speciale d produrre annate di alta qualità anche in periodi dove gli altri territori faticano ad ottenere risultati? Per il professor Attilio Scienza, ordinario di viticoltura ed enologia alla Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Milano - che definisce quella del 2010 “un’annata a 5 stelle” che ha avuto in generale un andamento climatico complicato che però a Montalcino i viticoltori hanno saputo interpretare nel modo migliore anche grazie ad un territorio incredibile che ha dimostrato ancora una volta di essere l’unica vera terra di elezione per il sangiovese. “Ne sono testimonianza i vini appena svinati che presentano caratteristiche di grande eleganza, non disgiunta da struttura e lunghezza in bocca, caratteristiche non trascurabili per un vino da destinare ad un invecchiamento la cui durata non ha riscontro in nessun’altro vino nel mondo. Ma perché gli effetti di un andamento climatico poco favorevole non hanno intaccato l’integrità dei vini di Montalcino? Penso che la risposta risieda solo in una semplice constatazione: i vigneti di Sangiovese presentano un equilibrio vegeto-produttivo che consente loro di ammortizzare con grande efficacia le forzature e le conseguenze negative dell’eccesso di pioggia sull’uva. Questo equilibrio ha diverse origini, talune sono il risultato di un ambiente pedoclimatico di grande vocazione per i vini da lungo invecchiamento (il drenaggio dei suoli, la loro ricchezza di scheletro, la bassa fertilità chimica, altre invece risiedono nel “saper fare” dei viticoltori, che nel corso della loro lunga storia hanno sempre tenuto in considerazione due principi fondamentali nella produzione del Brunello: la fedeltà al territorio ed il loro onore di produttori. In pochi luoghi del mondo, celebri per la qualità dei loro vini, è possibile vedere come a Montalcino dei vigneti così ben tenuti e delle uve dalla maturazione così regolare, anche in anni difficili, a testimonianza che un vigneto in equilibrio con il territorio che lo ospita ha dentro di sé la capacità di reagire a qualsiasi insulto climatico”.

Il ritratto - Il Consorzio del Vino Brunello di Montalcino
Il Consorzio del Brunello di Montalcino è nato nel 1967 all’indomani del riconoscimento della doc, come libera associazione fra i produttori, intenzionati a tutelare il loro vino il cui prestigio sempre più andava affermandosi. Ha rappresentato in questi anni uno strumento di scrupolosa e responsabile autodisciplina, sollecitando un coagulo fra aziende vecchie e nuove, piccole e grandi, così che le consolidate e sagge abitudini sono diventate una comune strategia per il successo qualitativo. Il Consorzio tutela e valorizza tutti e quattro i vini a denominazione di Montalcino: Brunello di Montalcino, Rosso di Montalcino, Moscadello di Montalcino e Sant’Antimo. I produttori sono 250 (di cui 200 imbottigliatori), tutti associati al Consorzio. Complessivamente gli ettari a vigneto nel territorio di Montalcino sono 3500 così ripartiti: 2100 ettari coltivati a Brunello di Montalcino; 510 ettari coltivati a Rosso di Montalcino; 50 ettari coltivati a Moscadello di Montalcino; 600 ettari coltivati a Sant’Antimo Doc; la restante parte è coltivata a Igt. Mediamente ogni anno sono prodotte 6.500.000 bottiglie di Brunello di Montalcino, 4.000.000 di Rosso di Montalcino, 80.000 di Moscadello di Montalcino e 500.000 di Sant’Antimo. La produzione è esportata per circa il 60% e il valore complessivo del giro d’affari del settore vitivinicolo a Montalcino è mediamente di 140 milioni di euro.
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