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BUONA-OTTIMA LA QUALITA’ DELL’OLIO D’OLIVA, CON UN RACCOLTO 2001 (6 MILIONI DI QUINTALI) … IN UMBRIA (- 40% DI EXTRAVERGINE), CON “FRANTOI APERTI” (10/11 NOVEMBRE), INIZIA LA CACCIA ALL'ORO VERDE

Come per il vino, anche per l'olio sarà un'annata fortunata, soprattutto per la qualità: stando alle prime stime di Confagricoltura, l'olio d'oliva 2001 si attesterà sui 6.000.000 quintali (nel 2000, il raccolto è stato di 5.400.000 quintali). Le ragioni di questo andamento della campagna olivicola italiana sono da ricercarsi nella siccità che ha colpito particolarmente il Sud, che da sempre rappresenta il 70% dell’olio d’oliva nazionale, e che quindi ha prodotto meno delle aspettative (che, in Italia, quest’anno, lasciavano prevedere 7 milioni di quintali). In Umbria, prima regione italiana ad aver ottenuto per il proprio extravergine su tutto il suo territorio dall'Unione Europea la Denominazione d'Origine Protetta (Dop), dove intanto è già iniziata la raccolta delle olive (e dove alcuni produttori hanno già creato il primo extravergine dell'anno), il calo della produzione toccherà addirittura il - 40% sul 2000 (ma con picchi ben superiori in alcune microzone della regione), dovuto, oltre alla siccità, anche alle gelate pasquali (proprio nel momento della fioritura). Queste novità arrivano dall’Umbria, territorio leader nella produzione di olio di qualità, dove è stato lanciato l’evento “Frantoi Aperti”, che il 10 e 11 novembre coinvolgerà 11 città storiche (Arrone, Campello sul Clitunno, Castel Ritaldi, Foligno, Giano dell'Umbria, Gualdo Cattaneo, Montefalco, Spello, Spoleto, Torgiano, Trevi) nel “cuore verde” dell’Italia, grazie all’iniziativa del Centro Agro Alimentare dell’Umbria: "non ho dubbi - spiega il presidente Marco Caprai - che, quest'anno, con questa forte contrazione della produzione d’extravergine, si scatenerà una sorta di caccia al nostro “oro verde” negli appassionati della qualità, che verranno in Umbria, motivati, oltre che dall’acquisto, anche dal desiderio di conoscere i segreti e delle virtù del nostro olio e dalla volontà di scoprire tutto quello che fa da complemento al turismo enogastronomico (cultura, arte, natura, artigianato …)". Nel 2000, sono stati 6.000 i turisti dell'olio (soprattutto under 35 e stranieri) che hanno partecipato agli itinerari, ai laboratori ed alle visite nella due giorni in Umbria di "Frantoi Aperti" (che, quest’anno, saranno 31 in tutta la regione): "Frantoi Aperti - spiega ancora Marco Caprai - sarà un importante momento di promozione dell’extravergine di qualità dell’Umbria (che, tra l'altro, è stato dato in omaggio come simbolo dell'agroalimentare di qualità italiano a tutti i Capi di Stato al G8 di Genova) e si articolerà in varie iniziative, come gli “itinerari dell'olio” alla ricerca degli artigiani dell'extravergine (per questi tour, saranno usate le "navette dell'olio"), i percorsi ideali tracciati tra gli oliveti in alcuni casi anche millenari come quello di Sant'Emiliano (1700 anni accertati), le visite al Museo regionale della civiltà dell'olio di Trevi ( www.umbriadoc.com - tel. 0742/344214 ). Ed ancora i “ristoranti dell’olio” (selezione di ristoranti ed agriturismi che offriranno in degustazione olio extra vergine di qualità e proporranno ricette tese a valorizzare al meglio il prodotto), i “laboratori dei sapori” (lezioni gustose sul migliore abbinamento o semplicemente degustazioni comparate di oli umbri con altri del Mediterraneo), l’“Orto Umbro” in piazza, degustazioni … Ma l'Umbria si candida poi in futuro anche come “vetrina” dell’olio “made in Italy”: “Frantoi Aperti deve essere esteso - spiega Marco Caprai, presidente del Centro Agro Alimentare - ad altri “territori doc” dell'olio extravergine in Italia e, sulla scia di Cantine Aperte, diventare, d'intesa con le Istituzioni e le maggiori associazioni di produttori degli olivicoltori, una “due giorni” nazionale dell’extravergine d’oliva. Un fatto che consacrerebbe questo prodotto dell'agricoltura d'autore d'Italia, ancora troppo poco valorizzato”. “E' ormai maturo il momento - aggiunge Marco Caprai - che questo prodotto bandiera del "made in Italy" di qualità e protagonista della dieta mediterranea, nonché ricco di proprietà dal punto di vista organolettico e nutrizionale, si metta definitivamente ed adeguatamente sotto riflettori del grande pubblico".

L’olio d'oliva italiano in cifre
L'Italia (che è, di regola, il secondo produttore al mondo, dopo la Spagna) produce, di media, 5,5 milioni di quintali di olio (1/3 della produzione dell’Unione Europea) per un business di 5.000 miliardi. Le aziende con oliveti sono 1.130.000, che operano su 1 milione di ettari (per l'70% al Sud). 6.000 sono i frantoi in tutta Italia. Il consumo pro-capite d’olio di oliva nel nostro Paese, secondo soltanto alla Grecia, è di 12 chilogrammi. 26 gli oli extravergine d’oliva con il marchio Dop e Igp. L’Umbria è stata la prima regione ad aver ottenuto la Denominazione d’Origine Protetta (Dop) per tutto il suo territorio da parte dell'Unione Europea. L’Italia è il primo esportatore mondiale (con circa il 40% del prodotto) per un giro d’affari di 1.200 miliardi: i tre migliori clienti sono gli Usa con 880.000 quintali, la Germania con 260.000 quintali ed il Giappone con 180.000 quintali, quest'ultimo vero e proprio fan dell'olio “made in Italy” (con aumenti del 200% di anno in anno). Da sempre, la prima regione produttrice è la Puglia (sui 2.000.000 di quintali), seguono Calabria (1.200.000 milioni di quintali), Sicilia (440.000 quintali). Anche le abitudini alimentari degli italiani cambiano: gli acquisti domestici sono rappresentati per il 36% dagli oli di semi e per il restante 64% dagli oli di oliva. Gli italiani acquistano l'olio d'oliva allo stato sfuso per il 26% e per il 64% confezionato (in questo caso, il 74% sceglie l'olio extravergine d'oliva). Cresce anche la domanda della Denominazione di Origine Protetta (Dop): l’Italia è passata da 11.000 quintali certificati Dop '98 agli attuali 40.000 quintali; oli extravergine di oliva, chiaramente, dall’alto pregio e con caratteristiche organolettiche diverse, che conferiscono anche all'Italia la ricchezza dei mille sapori e dei mille colori. L’Ismea, di recente, ha anche confermato che gli italiani sono intransigenti sulla qualità di olio extra vergine d'oliva, anche di fronte a prezzi molto elevati: insomma, i consumatori sono disposti a spendere di più, ma vogliono in cambio certezze sulla provenienza italiana o di marchi di qualità come Dop o Igp.

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