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FIPE-CONFCOMMERCIO

Buoni pasto, mercato mondiale in crescita, per il benefit preferito dai dipendenti

Intanto, in Italia (mercato da 3,2 miliardi di euro), con il dl Aiuti approvato al Senato, è legge il tetto al 5% sulle commissioni per gli esercenti
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Buoni pasto, in Italia commissioni fissate al 5% per gli esercenti

“Con l’approvazione del dl Aiuti al Senato, diventa legge il tetto del 5% alle commissioni a carico degli esercenti (bar, ristoranti, esercizi di vicinato, supermercati e ipermercati) nelle gare per l’acquisto dei buoni pasto destinati ai dipendenti pubblici”. Ad annunciarlo la Fipe/Confcommercio, secondo cui “la prossima gara Consip (BP10) del valore di oltre 1,2 miliardi di euro, sarà, quindi, il vero banco di prova per valutare l’efficacia di queste nuove regole nel segnare una profonda discontinuità con le precedenti gare che hanno portato a commissioni addirittura superiori al 21%”. E’ il primo risultato del lavoro che ha visto unite le associazioni della ristorazione e del commercio, sottolineano Ancc-Coop, Ancd-Conad, Federdistribuzione, Fida, Fiepet-Confesercenti e Fipe/Confcommercio - per rispondere al disagio di migliaia di imprese costrette a pagare una tassa occulta del valore di centinaia di milioni di euro per assicurare il servizio ai lavoratori che utilizzano ogni giorno il buono pasto.
Il secondo obiettivo è quello della riforma strutturale del sistema dei buoni pasto, per intervenire anche sulle gare private che oggi non sono interessate dal provvedimento appena approvato e che, tuttavia, valgono due terzi del mercato. “Occorre adottare modelli di regolazione mutuati da altri Paesi europei, mettendo al centro la salvaguardia del valore reale del buono pasto, da quando viene acquistato dal datore di lavoro a quando viene speso dal lavoratore. Ed è bene ricordare che questo strumento prevede già importanti vantaggi sia per il datore di lavoro con la decontribuzione, sia per il lavoratore con la defiscalizzazione. In vista della prossima Legge di Bilancio, proseguirà l’interlocuzione con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, per porre fine alle pesanti distorsioni che oggi caratterizzano il mercato dei buoni pasto in Italia”.
Buoni pasto che, nel 2022, hanno visto comunque crescere il loro mercato, trainando tutta la crescità degli “employee benefit”: secondo uno studio di Technavio, tra il 2022 ed il 2026, a livello mondiale, si assisterà ad un incremento di 17 miliardi di dollari, e secondo Grand View Research il mercato dei buoni pasto nel mondo crescerà a un livello aggregato del 5,1% all’anno, dal 2022 al 2030. In Italia, nel 2019, i buoni pasto hanno mosso 3,2 miliardi di euro, e rappresentano uno strumento apprezzatissimo da lavoratori ed imprese: in Italia, i buoni pasto elettronici sono esenti da contributi fiscali fino ad un valore di euro 8 e sono al 100% deducibili ai fini delle imposte dirette. Inoltre, l’iva agevolata al 4% è interamente detraibile. E, non a caso, secondo una ricerca di Harris Interactive su un campione di 4.800 dipendenti, di cui 600 italiani, emerge che i buoni pasto (con il 30% delle preferenze), sono i benefit più apprezzati dopo i premi economici immediati (36%), più di assicurazioni mediche, fondi pensione, auto aziendale e così via.

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