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BUROCRAZIA LENTA E COSTI DI AVVIAMENTO ESAGERATI: IL CREDITO PUBBLICO NON FUNZIONA PER I GIOVANI ITALIANI. E L’ASSOCIAZIONE GIOVANI IMPRENDITORI AGRICOLI DELLA CIA CHIEDE AL MINISTRO PASSERA MAGGIORE FLESSIBILITÀ E FIDUCIA NEL SETTORE

Senza credito non c’è sviluppo, e lo sanno bene anche gli agricoltori che, per ottenere un finanziamento pubblico, sono costretti ad attendere in media quasi due anni, mentre solo i costi burocratici legati all’avviamento aziendale ammontano a 7.000 euro l’anno. Ostacoli insormontabili per tutti, ma ancora di più per i giovani, da sempre estremamente penalizzati dagli enti di credito, con il rischio che in questo modo si taglino fuori dal comparto proprio le energie più fresche, forti di grandi competenze settoriali e di un moderno spirito d’impresa. Per questo motivo l’Associazione Giovani Imprenditori Agricoli (Agia) della Cia - Confederazione Italiana Agricoltori, all’incontro ospitato dal ministero dello Sviluppo economico tra i giovani imprenditori ed il ministro Corrado Passera, ha chiesto al titolare del dicastero maggiore flessibilità per i finanziamenti, diversificazione dell’assistenza finanziaria e canali di credito alternativi a quello bancario.

“L’agricoltura - ha detto al Ministro il presidente dei giovani imprenditori Cia, Luca Brunelli - è il terzo settore produttivo per numero di imprese dopo commercio e costruzioni. E negli ultimi anni stiamo assistendo a una riorganizzazione della struttura aziendale, che contrappone all’elevata mortalità delle piccole aziende un contestuale ampliamento della superficie media, aumentata del 69,6% tra il 2006 e il 2012. Queste cifre dimostrano che il settore primario ha imboccato la strada della competitività e ha le carte in regola per avviare una ripresa all’insegna dell’innovazione e dello sviluppo sostenibile: un meccanismo che attualmente può essere innescato solo dai giovani”.
Per costruire un’azienda agricola solida e competitiva, secondo l’Agia - Cia, è necessaria una valida strategia imprenditoriale, che necessita inevitabilmente di forti investimenti nell’innovazione e quindi di soluzioni adeguate di accesso al credito. È per questo che bisogna mirare a un modello di business specialistico, che sia in grado di garantire più flessibilità per i finanziamenti a breve e medio termine, una diversificazione dell’assistenza finanziaria per le diverse filiere produttive oltre che l’incentivazione di forme innovative di aggregazione. Ma non solo, vanno aperte nuove strade per l’acceso al credito, che attingano soprattutto all’investimento dei risparmiatori sulle aziende agricole giovani, riproducendo così il “crowdfunding”, quel modello già in uso in altri Paesi europei, in grado di dare all’imprenditore l’opportunità di accedere a un prestito senza passare dal sistema bancario. Il punto di arrivo di questa proposta di ristrutturazione del sistema di credito è l’istituzione di una rete di esperti, costituita da tecnici delle organizzazioni di categoria e degli istituti di credito, che affianchi l’imprenditore nelle scelte finanziarie. Da qui l’invito dell’Agia al Governo di istituzionalizzare il confronto con i giovani imprenditori, in modo da individuare e concordare interventi efficaci e concreti per la ripresa e lo sviluppo delle imprese.

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