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Cambiare le regole dominanti del mercato per salvare il mare, puntando sulla consapevolezza dei consumatori ed educando le nuove generazioni a un modo nuovo di vedere il mare: da Slow Fish (Genova, da oggi al 17 maggio), il monito di Carlo Petrini

Non Solo Vino
Carlo Petrini, fondatore Slow Food

“Se non cambiamo le regole dominanti del libero mercato provocheremo effetti negativi sui contadini, i pescatori, gli operatori di tutte le realtà che producono cibo curando la qualità, la sostenibilità e la legalità. Se non si fa qualcosa vedremo la scomparsa di piccole realtà virtuose. È come liberare volpi in un pollaio”. Così il presidente Slow Food, Carlo Petrini, dall’incontro “Le frodi dal mare alla tavola”, di scena a Slow Fish, kermesse organizzata da Slow Food e Regione Liguria, a Genova fino al 17 maggio (www.slowfood.it).
Tra gli effetti di un mercato impazzito, che ha sempre meno attenzione per la qualità rispetto alla quantità, sono innumerevoli le occasioni di truffa, come ha ricordato il comandante dei Nas di Genova, Gian Mario Carta. Una chiamata alle armi rivolta innanzitutto agli operatori della filiera, che hanno il dovere di svolgere il loro lavoro rispettando il mare, ma soprattutto ai consumatori: “finché non impareranno che nei nostri mari il gambero rosa non esiste, e che le vongole scure sono buone e sane tanto quanto le chiare, il mercato continuerà a truccare il pesce e inquinare i mari. Dobbiamo ricordarci che il pesce non è nostro, ma è un dono del mare, e come un dono, cioè con rispetto e gratitudine, va accettato e trattato”, ha spiegato Silvio Greco, Presidente del Comitato scientifico di Slow Fish.
Ma Slow Fish non è nuova a denunce di questo tipo: proprio da Genova, due anni, fa era stato lanciato l’allarme sul cafados, un additivo utilizzato per “ringiovanire” i prodotti ittici. E non ci si ferma al pesce, perché l’associazione della Chiocciola da sempre si batte, anche legalmente, per difendere e tutelare i diritti dei consumatori. Al di là delle attività illegali, secondo Slow Food, il modo migliore per arginare frodi e contraffazioni è lavorare sulla consapevolezza dei consumatori educando le nuove generazioni a un modo nuovo di vedere il mare, in cui il pescatore è un elemento armonico dell’habitat, un anello di congiunzione naturale tra la ricchezza delle nostre coste, laghi e fiumi e le nostre tavole. Lo fa anche a Slow Fish attraverso i laboratori dedicati ai più piccoli, le degustazioni e i corsi di cucina pratica, gomito a gomito con chef di ogni età e provenienza, con l’incontro diretto con i pescatori e gli operatori della filiera ittica che affollano in questi giorni il Porto Antico, e con tutto il ricco calendario di eventi che costella il programma dell’evento genovese.
Una nuova rotta da battere, adesso, è l’alleanza tra terra e mare, contadini e pescatori. A questo lavora il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, rappresentato dal sottosegretario Silvia Velo: “stiamo mettendo in atto iniziative sistemiche per aumentare il monitoraggio del Mediterraneo, paradossalmente meno studiato e meno conosciuto di molti altri mari, andando oltre il limite delle 12 miglia indicate dalle direttive europee”.
Non si risparmia nemmeno Coldiretti che, grazie al lavoro del comitato scientifico appena insediato, spera di innescare un circolo virtuoso tra pescatori, mare e consumatori come già è riuscita a fare nel mondo contadino, che dopo anni di sofferenza si sta lentamente risollevando. Un messaggio di speranza che il presidente Roberto Moncalvo ha voluto rivolgere direttamente ai pescatori: “ci sono tanti problemi in questo periodo, per i pescatori di più. Però quella parabola positiva è possibile anche per loro. Le parole chiave sono sostenibilità e legalità”.
Ma l’impegno nella tutela del nostro cibo non si ferma solo al mare, e Slow Fish è solo l’inizio: per questo, in concomitanza di un’Expo che, come ha ricordato Carlo Petrini “pretende di nutrire il pianeta concentrandosi solo sui visitatori senza pensare ai 500 milioni di piccole imprese familiari che nutrono l’80% dei viventi”, l’obiettivo a cui Slow Food si rivolge già da oggi è Terra Madre Giovani: portare dal 3 al 6 ottobre i giovani contadini, la loro voce e la loro visione del mondo ad un’Esposizione universale “piena di retorica”. Uno sforzo globale, a cui Slow Food chiama anche Coldiretti, a coronamento di anni di feconda collaborazione.

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