CAMILLO BENSO DI CAVOUR, NEL 1845 SCRIVEVA: “L’AGRICOLTURA È PER ME UNA VERA PASSIONE”. E NEL 1861 ERA IL PRIMO PRESIDENTE DEL CONSIGLIO ITALIANO. SE NE PARLA IL 20 SETTEMBRE A ROMA, AL MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE

L’agricoltura in Italia è sempre stata fondamentale, da un punto di vista produttivo, economico, sociale, ambientale e occupazionale. A livello istituzionale, però, ha avuto sorti alterne. Oggi, per esempio, è spesso relegata ai margini dell’agenda politica, se ne parla solo quando c’è da farsi belli dei suoi successi qualitativi internazionali, o quando qualche calamità clamorosa la colpisce. Ma c’è stato anche un tempo in cui non solo l’agricoltura era al centro delle politiche del Paese, ma esprimeva addirittura le sue leadership. Come nel 1845, quando il Camillo Benso conte di Cavour, primo presidente del Consiglio dell’Italia Unita (nel 1861), scriveva: “l’agricoltura è per me una vera passione”. A questa passione, che tanto contò nella vita privata e pubblica dello Statista, sarà dedicato un convegno, di scena il 20 settembre alle ore 10,00 a Roma, al Ministero delle Politiche Agricole, nel Palazzo dell’Agricoltura di Via XX Settembre, per raccontare il Cavour imprenditore agricolo, alle prese con concimi, fertilizzanti e sperimentazioni, malattie delle piante, macchine agricole e incroci di razze animali, discorsi e proposte parlamentari su nuove forme di associazionismo agricolo e su innovativi sistemi di drenaggio delle acque. Se l’interesse del Conte per la terra nacque da un’esigenza pratica, dal bisogno di amministrare in maniera razionale e remunerativa le tenute di famiglia, ciò non gli impedì di sviluppare ben presto una vera e propria passione, e di renderla un aspetto fondamentale della sua attività privata e pubblica, un impegno i cui risultati furono tutt’altro che secondari nella storia dell’agricoltura sabauda e italiana del tempo. E che oggi, da parte delle più importanti istituzioni del Paese, sembra solo un lontano ricordo.