Stabilmente tra i primi 5-6 mercati stranieri del vino italiano, il Canada è un mosaico di mercati, alcuni in regime di monopolio come Ontario e Quebec, altri con sistemi ibridi come in British Columbia. Un mercato importante, per il vino del Belpaese, dove le esportazioni sono cresciute anche nel 2020, nonostante le difficoltà della pandemia, almeno guardando ai primi 11 mesi che, secondo l’Istat, hanno fruttato alle cantine italiane 321 milioni di euro, in crescita del +1,3%.
Tra i tanti distretti canadesi, un posto particolare, lo occupa il Quebec, non solo perchè è il più grande a livello territoriale, e tra i più popolosi (e con città importanti come Montreal), per esempio, ma anche nei consumi di vino. Territorio a maggioranza francofona, come gran parte del Paese, del resto, proprio grazie alla cultura francese l’approccio al vino da parte dei consumatori è piuttosto avanzato. E se i vini di Francia dominano, l’apertura ai consumi di vini del resto del mondo, anche italiani, si riflette nella variegata composizione delle carte dei ristoranti di cucina francese del Quebec, analizzata da MiBD Analysis, e focalizzata sui vini rossi. Ovviamente, al vertice c’è la Francia, con Bordeaux e Rodano nel 90% delle liste e con la Borgogna nell’84% dei casi, davanti a California, e ancora ai territori francesi di Beaujolais e Languedoc, presenti in 8 carte dei vini su 10.
Ma è ben posizionata anche l’Italia, con il suo classico “trittico” formato da Toscana, Piemonte e Veneto, regioni che con i grandi Brunello di Montalcino, Chianti Classico, Bolgheri, Nobile di Montepulciano, Chianti e Morellino, nel primo caso, con i grandi Barolo e Barbaresco, passando per la Barbera, nel secondo, e con l’Amarone della Valpolicella ed il Recioto, il Valpolicella ed il Ripasso nel terzo, solo per citare alcune delle denominazioni più famose, sono presenti in più del 70% delle carte dei vini dei ristoranti del Quebec.
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