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CANCELLARE IL MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ? L’EX MINISTRO ROMANO NON CI STA: “IL SISTEMA AGROALIMENTARE ITALIANO HA BISOGNO DI UN MINISTERO CHE LO GUIDI E CHE NE DEFINISCA LE STRATEGIE”. “LA RIFORMA PAC DEVE VEDERCI UNITI ...”

Cancellare il Ministero delle Politiche Agricole? L’ex ministro Francesco Saverio Romano non ci sta, e, nel Forum dell’Agroalimentare (di scena, a Cremona l’11 e 12 novembre), l’ormai ex ministro ha sottolineato “quanto il sistema agroalimentare italiano ha bisogno, oggi più che mai, di un Ministero che lo guidi e che ne definisca le strategie”. “Tante cose sono state fatte - sottolinea Romano - per l’agricoltura italiana negli ultimi mesi e ancora molte ve ne sono. Cancellare il Ministero dell’Agricoltura significa far retrocedere il comparto. La verità è che il Ministero dovrebbe avere tra le sue competenze anche quella della direzione dell’agroindustria. E questo perché occorre una strategia unica e unitaria, in grado di rappresentare le istanze di tutto il comparto”.

“La riforma - continua Romano - della Politica Agricola Comune (Pac) deve trovarci uniti, in difesa di un patrimonio unico fatto di valori, di qualità delle produzioni, di grandi potenzialità. In questi mesi ho avuto modo di conoscere un mondo meraviglioso, come è quello dell’agroalimentare italiano, che però rischia di scomparire se non riusciremo a tutelarne le prerogative e l’essenza. L’Europa, alla quale abbiamo delegato la nostra politica agricola, ha avuto una inversione di tendenza e oggi non ascolta le richieste che provengono dal mondo della produzione agricola. Ad aggravare il quadro, la rigidità di una tecnocrazia e di una asfissiante burocrazia comunitaria, che penalizzano il nostro sistema. Oggi, dal dibattito che è venuto fuori dal Forum, si possono gettare le basi di una proposta nazionale che miri ad una valorizzazione delle nostre specificità”.

“La sintonia - conclude Romano - che oggi registro da parte di tutti gli attori del comparto è un segnale di speranza e un presupposto su cui far convergere le nostre forze. Da Cremona parte quindi la proposta di una politica agricola italiana forte e chiara, nella consapevolezza che, con il contributo di tutti, si possa raggiungere il traguardo prefissato”.

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