Capitani d’impresa in Italia, giù i giovani, ad eccezione dell’agricoltura: così Unioncamere

L’Italia non è un Paese per giovani, a meno che non si parli di agricoltura. Lettura possibile dell’ultimo rapporto di Unioncamere sui capitani d’impresa del Belpaese, da cui emerge un quadro nel complesso positivo, ma a vantaggio dei più adulti, tranne che nel settore agricolo, tra i pochi in controtendenza. Nel dettaglio, tra il 2013 ed il 2018, le cariche di di amministratore nelle imprese del nostro Paese sono cresciute di 48.000 unità (3,8 milioni il totale), ma la percentuale di amministratori con più di 50 anni è passata dal rappresentare il 53,3 al 61% del totale delle cariche, con una perdita invece del 7,7% tra gli under 50.

Tra il 2013 e il 2018, gli amministratori tra i 50 e 69 anni sono aumentati di 194.000 unità e in quella degli “over 70” di altre 125.000, per una crescita complessiva di 319.000 unità per l’insieme degli over 50. A questa espansione ha fatto eco una forte contrazione degli amministratori con meno di 50 anni di età: a fine marzo di quest’anno erano 1,5 milioni con una diminuzione totale di oltre 270.000 unità negli ultimi 5 anni (il 15% in meno rispetto al 2013), dei quali 251 .000 nella classe tra i 30 e i 49 anni e 20.000 in quella under 30.

E l’agricoltura, in questo senso, è ancora una volta in controtendenza: in campo agricolo, gli amministratori “under 30” sono cresciuti di ben 2.000 unità, ancora di più che nei servizi di informazione e comunicazione, unico altro settore in segno positivo, tra i giovani (+463).
Tra i settori che, invece, “invecchiano” di più, anche quello della ristorazione, dove crescono di oltre 34.700 unità gli imprenditori over 50, e diminuiscono di oltre 7.400 quelli under 50.