Se spesso sono notizie legate a primati e riconoscimenti ad influenzare, in positivo, il mercato dei vini italiani nel mondo, esiste anche il rovescio della medaglia. E, in questo senso, iniziano a destare preoccupazione tra gli addetti ai lavori le notizie che circolano, a livello internazionale, sulla maxi inchiesta che ha visto, nei giorni scorsi, decine di perquisizioni di diverse Regioni d’Italia da parte parte dei Carabinieri del Nas di Udine e dell’Ispettorato Repressione Fondi Nord-Est di Udine e Conegliano, in una operazione di contrasto alle frodi e gli illeciti ai danni dei consumatori (che, da fonte Ansa, avrebbe al centro la Cantina di Rauscedo, ndr). E l’eco di questa notizia è arrivata in Usa. Da dove il presidente dell’Italian Wine & Food Institute, Lucio Caputo, ha espresso “notevole preoccupazione”.
Il rischio, per Caputo, è che l’indagine venga, specialmente all’estero, strumentalizzata a danno di tutta la produzione vinicola italiana. L’auspicio del presidente dell’Italian Wine & Food Institute, pertanto, è “che vengano al più presto chiariti e definiti i termini dell’inchiesta in corso evitando che la meritoria azione delle forze dell’ordine possa essere utilizzata per complessivamente danneggiare l’immagine del vino italiano penalizzando tutte quelle aziende che con grande serietà e competenza, nello scrupoloso rispetto delle norme in vigore, producono vini di grande qualità dando immagine e prestigio al vino italiano”.
Analoga preoccupazione è stata espressa dalla autorevole Associazione Nazionale degli Importatori di bevande Alcoliche in Usa, la Nabi, che teme le ripercussioni che potranno avere le notizie provenienti dall’Italia sulle esportazioni italiane verso il mercato statunitense.
“Come è noto - ricorda la nota dell’Italian Wine & Food Institute - numerose aziende vinicole italiane italiane dislocate nelle aree produttive di Pordenone, Udine, Treviso, Venezia, Padova, Reggio Emilia, Modena, Ravenna, Firenze, Livorno, Napoli e in diverse città della Puglia incluse aziende imbottigliatrici, sarebbero sotto investigazione per non aver rispettato le norme dei disciplinari di produzione. L’indagine coinvolgerebbe anche gli ispettori che non avrebbero effettuati i relativi controlli. Sulla stampa internazionale viene sottolineato che ancora non sono stati resi noti i nominativi delle aziende sotto investigazione, e che la maggior parte del vino falsificato sarebbe stato esportato, ed alcune pubblicazioni ricordano i precedenti scandali”.
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