Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, rilancia sulle nuove forme di commercio che stanno prendendo sempre più piede negli ultimi anni, come i gruppi di acquisto e i “farmer’s market”, mercatini gestiti direttamente dai contadini.
La filosofia che accomuna tutte queste esperienze è il tentativo di ridurre quanto più possibile la filiera produttiva, avvicinando produttore e consumatore e rispettando allo stesso tempo la qualità del prodotto e l’ambiente che ci circonda. Dalle pagine del mensile "Slow", Petrini sostiene che forme alternative di commercio sono possibili, anzi auspicabili, che meno viaggi significano risparmio di tempo ed energia, e che la vicinanza di un cibo è già un indice della sua qualità.
Il leader di Slow Food sottolinea che, dopo i Presidi, dopo Madre Terra, è giunto il momento per il movimento della chiocciolina di occuparsi di commercio: ecco perché tra i prossimi obbiettivi ci sarà la costruzione di gruppi d’acquisto e la promozione di mercatini in cui i prodotti saranno raccontati e venduti direttamente da chi li produce.
Petrini fa anche un accenno alla grande distribuzione: se l’idea di accorciare la filiera avrà successo, sarà proprio la Gdo a volerla copiare e mettere in pratica, trovando le forme più giuste per soddisfare le richieste dei propri consumatori.
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