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CARNE CAVALLO: GIÙ VENDITE DI “PIATTI PRONTI”. IN ITALIA IL SEGMENTO VALE 330 MILIONI L’ANNO. CIA: COMINCIA “L’EFFETTO DOMINO” SUI CONSUMI, DA MATERIA PRIMA A PRODOTTI CONFEZIONATI, PRECOTTI E REFRIGERATI A BASE DI CARNE BOVINA. VENDITE -10/30%

La “febbre da cavallo” ha contagiato l’Italia, con un “effetto domino” sui consumi che coinvolge il segmento carni, surgelati e piatti pronti. Le ripercussioni sugli acquisti della paura a tavola, con il 45% dei cittadini che evita di comprare il cibo “contaminato” per un certo periodo di tempo, cominciano ad allargarsi. Creando i primi contraccolpi pesanti sul mercato. Lo afferma la Cia - Confederazione Italiana Agricoltori.

Non sono solo i nostri allevatori a segnalare un crollo delle vendite del segmento del 10% da quando è esploso - osserva la Cia - lo scandalo anche nel Belpaese. A pagare “l’effetto fuga” causato dalla truffa della carne equina sono soprattutto i prodotti confezionati a base di carne bovina, con cali al supermercato che arrivano al 30%.

Soltanto il segmento dei piatti pronti - ricorda la Cia - in Italia genera un giro d’affari annuo di 330 milioni di euro nei canali della gdo, di cui 80 milioni solo per i primi pronti freschi. In un anno il comparto ha fatto segnare un aumento delle quantità acquistate superiore al 5% e oggi nello Stivale ci sono 31.955 imprese, soprattutto piccole, che producono piatti pronti, precotti e refrigerati.

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