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CONSUMI

Caro-vongole per Natale, +60% per colpa del granchio blu. Si temono effetti speculativi 

Le continue razzie negli allevamenti, ormai depredati del prodotto, fanno lievitare i prezzi dei molluschi, secondo Fedagripesca-Confcooperative 

Lo spaghetto alle vongole, un classico della tradizione gastronomica del Belpaese, oltre che protagonista sulle tavole della Vigilia, rischia quest’anno di costare caro agli italiani: almeno il 60% in più rispetto allo scorso anno, con un prezzo alla produzione che passa dai 7 agli 11 euro al chilo. Emerge da un monitoraggio, effettuato da Fedagripesca-Confcooperative, ma è difficile prevedere quanto saranno costretti a pagare effettivamente di più i consumatori, visto che la scarsa offerta e le festività potrebbero generare effetti speculativi. Le razzie negli allevamenti, ormai depredati della quasi totalità del prodotto, rischiano di lasciare sguarnite le tavole degli italiani proprio a Natale. Ed i pochi fortunati che riusciranno ad acquistarle rischiano di pagare un conto salato.
“Di vongole sopravvissute al granchio blu ne sono rimaste poche, a differenza degli altri anni dove in questo periodo ricevevamo gli ordini e definivamo gli accordi commerciali con grossisti e ristoranti - denunciano i produttori associati a Confcooperative, precisando che - quest’anno potremo vendere il prodotto al miglior offerente, come avviene per altri prodotti. Ma anche se dovessimo raggiungere il prezzo di vendita del caviale, nulla ci può ripagare delle tonnellate di prodotto andato distrutto per colpa del granchio”.
E mentre il prezzo delle vongole sale, resta molto basso -  tra i 30 e i 50 centesimi al chilo - quello pagato per i granchi blu ai pescatori. “Un costo che non ci ripaga neanche del carburante usato per pescarli”, afferma un produttore. Ma non è solo il granchio a minacciare i molluschi: in questi giorni, in Emilia Romagna, nel porto canale di Porto Garibaldi, si deve fare i conti con una moria senza precedenti di vongole, cozze, cannolicchi e altri piccoli bivalvi trovati morti al momento della pesca o spiaggiati lungo la costa per anossia, ovvero mancanza di ossigeno nei fondali marini. Si punta il dito su un’estate prolungata e sull'assenza di mareggiate che hanno portato un eccesso di acqua dolce dal Po.

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