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VINO E TERRITORIO

Cavit, bilancio positivo e remunerazione in linea con i tempi pre-Covid per il colosso del Trentino

267,1 milioni di euro l’esercizio 2022-2023. Flessibilità e differenziazione dei mercati (tra prodotti, canali e Paese) le chiavi del successo

Vedere un bilancio che tiene, e addirittura cresce, seppure di poco, è già un dato positivo, di questi tempi, nel mondo del vino. Constatare che la remunerazione dei soci, che, per una cooperativa è il primo obiettivo, si mantiene sui livelli pre-Covid, nonostante l’aumento dei costi di produzione e di gestione e la compressione dei margini, ancora di più. E si muove su questi due binari il bilancio del colosso trentino Cavit, che, nei giorni scorsi, a Trento, in assemblea, alla presenza del celebre economista Carlo Cottarelli, ha approvato il bilancio consolidato di uno dei gruppi più importanti del vino italiano (relativo all’esercizio 2022-2023, chiuso a maggio 2023), chiuso a 267,1 milioni di euro, in leggero incremento (+0,9%) sull’esercizio precedente.
Raggiunto, come è stato evidenziato, grazie a “flessibilità e resilienza”, ad una strategia di lungo corso basata sulla diversificazione per linee di prodotto, canali di vendita e aree geografiche, e con un approccio per la crescita che guarda con attenzione alla sostenibilità e al benessere de territorio in cui insiste Cavit, che mette inseme oltre 5.250 viticoltori che coprono un’area vitata di oltre 6.350 ettari, che è oltre il 60% di quella di tutto il Trentino, con una quota export del 76% del totale, con il brand che, in Usa, è il più diffuso per il vino italiano. Più nel dettaglio, guardando al bilancio di quello che, di fatto, è un Consorzio di secondo grado, la capogruppo Cavit Sc, “dopo l’eccezionalità dell’esercizio 2020-2021 (che aveva segnato un’impennata del +20% sull’anno precedente nel lockdown), il fatturato - come previsto in sede di budget - ha registrato una contenuta contrazione (-1,9%) sull’esercizio precedente. Risultati che rimangono, comunque, nettamente superiori al periodo pre-pandemia (+14% sull’esercizio 2019-2020).
Prosegue, con successo il trend positivo delle linee di spumantistica del gruppo, con risultati soddisfacenti per il brand premium Altemasi Trentodoc, e una crescita sostenuta per Cesarini Sforza Spumanti e Kessler Sekt, che hanno tutti beneficiato del ritorno dei consumi fuori casa, del buon andamento del comparto spumantistico e, nel caso di Cesarini Sforza, dell’allargamento distributivo ottenuto grazie al supporto della controllante: in particolare, il fatturato della controllata tedesca Kessler Sekt & Co KG. (il più antico produttore di vino spumante della Germania, con una storia di quasi 200 anni per gli spumanti di qualità metodo Classico e Charmat) si è chiuso con 13 milioni di euro (+10% sull’anno precedente) e un patrimonio netto 4,9 milioni di euro.
Inoltre, il patrimonio netto del gruppo è in costante crescita e si attesta su 113,5 milioni di euro, confermando la solida patrimonializzazione di Cavit. Anche la posizione finanziaria netta resta ampiamente positiva, con 24,5 milioni di euro, al di sopra del dato pre-Covid (esercizio 2019/2020), cui ha seguito il biennio di notevole incremento di fatturato 20/21 (+20%), realizzato dalla capogruppo Cavit, dato confermato nell’esercizio successivo, che ha incrementato la consistenza della posizione finanziaria netta nel biennio precedente.
Come detto, una delle chiavi del successo è la differenziazione dei mercati. “L’export continua a rappresentare più del 76% del giro d’affari, pur in un contesto che in tutti i principali Paesi importatori - spiega Cavit - ha registrato un calo generalizzato della domanda. In particolare, in Nord America, che rappresenta il più importante mercato di consumo del vino al mondo e il principale mercato di sbocco per Cavit, la contrazione dei consumi di vino sta progressivamente assumendo carattere strutturale per effetto dei mutati gusti e stili di consumo delle nuove generazioni, che mostrano una progressiva disaffezione preferendo altre tipologie di prodotti quali Spirits, Ready to Drink e nuove tipologie quali gli Hard Seltzer. Negli Stati Uniti, come già lo scorso anno, il marchio Cavit ha continuato a reagire meglio del mercato, con con un +1,9% a valore rispetto alla media di mercato del -1,9% (fonte: dati Nielsen), confermando ulteriormente la propria posizione di leadership con il vitigno Pinot Grigio.
Il rallentamento dei consumi di vino si conferma anche sui mercati Europei, dove l’inflazione sostenuta e l’aumento dei tassi di interesse che hanno drenato la capacità di spesa dei consumatori. Regno Unito, Germania e Olanda continuano a guidare la classifica dei paesi di sbocco del vecchio continente per Cavit, che presidia tutti i canali, sia grande distribuzione che horeca. Nei paesi Asiatici il debole segnale di ripresa registrato ad inizio 2023 è stato vanificato dalla congiuntura internazionale negativa, in mercati come il Giappone e la Corea del Sud. Nota a parte merita il mercato cinese che continua il trend negativo degli ultimi anni, senza segnali di controtendenza nel breve periodo. In Italia, secondo mercato di sbocco per il gruppo Cavit dopo gli Stati Uniti, la fedeltà al marchio e la qualità dei prodotti hanno consentito il mantenimento delle posizioni per un giro d’affari complessivo che continua a rappresentare il 24% del consolidato.
“Possiamo ritenerci soddisfatti del livello delle liquidazioni che, anche quest’anno, abbiamo potuto garantire alle cantine associate, nonostante la flessione dei consumi e il forte impatto dei costi dell’energia e delle materie prime”, dichiara Lorenzo Libera, presidente Cavit. “Il nostro modello cooperativo si basa su una rete di impresa che coniuga la dedizione dei viticoltori, impegnati nelle pratiche sostenibili, le competenze delle cantine e il decisivo supporto del Consorzio Cavit: in questi tempi difficili, questo approccio integrato è stato più che mai fondamentale, assicurando cooperazione e stabilità a prescindere dalla situazione contingente”. “Capacità di adattamento e flessibilità ci hanno permesso di mantenere un risultato più che soddisfacente in uno scenario complesso - ha commentato il dg Cavit, Enrico Zanoni - che ha visto la concomitanza di due fenomeni contrastanti: la flessione dei consumi e il contemporaneo aumento dei costi. Ci attendono sfide importanti nei prossimi anni. La solida base patrimoniale e strutturale rappresenta un asset fondamentale per il nostro gruppo, su cui dovremo continuare a sviluppare valore, potenziando ulteriormente la nostra capacità di innovazione e la capacità di adattamento ai fenomeni complessi con prontezza e agilità”.

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