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“CENTRALE ITALIANA”, LA SUPERCENTRALE DI ACQUISTO DELLA GDO ITALIANA, E 5 DELLE CATENE PIÙ IMPORTANTI, COOP, DESPAR, IL GIGANTE, DISCO VERDE E SIGNA, SONO OGGETTO DI UN’ISTRUTTORIA DELL’ANTITRUST, PER VERIFICARE L’ESISTENZA DI UNA POSSIBILE INTESA

“Centrale Italiana”, la supercentrale di acquisto della gdo italiana, e 5 delle catene più importanti, Coop, Despar, Il Gigante, Disco Verde e Signa, sono oggetto di un’istruttoria dell’Antitrust, avviata per verificare l’esistenza di una possibile intesa tra le parti, in realtà concorrenti sul mercato, che hanno un potenziale di acquisto, riporta l’agenzia Agi, intorno al 23% dei mercati di approvvigionamento, e gli eventuali effetti sia sui fornitori che sui consumatori. L’istruttoria, si legge in una nota dovrà concludersi entro il 28 febbraio 2015.
Il provvedimento é stato notificato oggi alle parti interessate, nel corso di alcune ispezioni effettuate in collaborazione con il gruppo antitrust del Nucleo speciale tutela mercati della Guardia di Finanza. La Centrale Italiana é un’alleanza tra catene concorrenti nel settore della gdo, creata con il principale obiettivo di centralizzare la funzione di contrattazione delle condizioni di acquisto delle imprese aderenti, per ottenere risparmi di costo nella fase di acquisto delle merci. Delle 5 catene interessate dall’istruttoria, solo Sigma non detiene partecipazioni nella Centrale Italiana ma vi aderisce in base a un contratto di collaborazione e di mandato stipulato con CoopItalia.
Il potenziale d’acquisto delle parti interessate dall’istruttoria, come detto, si attesta mediamente intorno al 23% dei mercati di approvvigionamento: si tratta di un dato che indica un elevato potere di mercato nei confronti dei produttori, rafforzato dalla distribuzione territoriale delle quote di vendita delle imprese aderenti, di gran lunga superiori al 40% in numerosi mercati locali. L’istruttoria dovrà verificare se l’alleanza riduca la capacità di competere di produttori efficienti ma contrattualmente pià deboli, con effetti negativi, nel medio periodo, sulla varietà e/o la qualità dei prodotti, sugli sforzi di innovazione e sugli investimenti. Ugualmente andrà verificato l’impatto, nei mercati a valle, di un eventuale coordinamento delle politiche di vendite o, quanto meno, di una forte riduzione degli incentivi a competere: ne potrebbe derivare che i prezzi di acquisto più bassi ottenuti dall’accordo di acquisto in comune non siano trasferiti ai consumatori.

Focus - Il commento Coldiretti: “da monopolio gdo solo il 17% della spesa agli agricoltori”
“Per ogni euro speso dai consumatori per l’acquisto di alimenti nella distribuzione commerciale oltre la metà (il 60%) va alla distribuzione commerciale, il 23% all’industria di trasformazione e solo il 17% per remunerare il prodotto agricolo”. A dirlo il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo, nel commentare l’avvio dell’istruttoria dell’Antitrust nei confronti della supercentrale d’acquisto “Centrale Italiana” e di 5 catene della gdo Coop, Despar, Il Gigante, Disco Verde e Sigma.
“Sono questi gli ostacoli che - sottolinea Moncalvo - impediscono una leale e trasparente collaborazione all’interno della filiera agroalimentare di cui l’affermazione del vero made in Italy avrebbe davvero bisogno. In altre parole secondo l’analisi della Coldiretti il prezzo di un prodotto alimentare aumenta più di cinque volte dal campo alla tavola per colpa delle distorsioni e delle speculazioni lungo la filiera di cui la distribuzione commerciale è certamente in parte responsabile nei confronti dei consumatori e dei produttori agricoli. L’intervento dell’Antitrust era quindi atteso nei confronti dei nuovi poteri forti dell’agroalimentare dove poche grandi piattaforme commerciali di acquisto - sottolinea la Coldiretti - trattano sul mercato in condizioni di posizione dominante e spesso prevaricazione delle centinaia di migliaia di imprese agricole che non hanno nessun potere contrattuale e sono costrette a subire formule vessatorie che mettono a rischio le condizioni di competitività della produzione made in Italy”.
“La grande distribuzione commerciale sfrutta - sottolinea Moncalvo - spesso il suo potere di mercato nei confronti degli agricoltori attraverso compensi inadeguati, termini di pagamento eccessivi, vendite sottocosto a carico dei fornitori, contributi ingiustificati alle spese pubblicitarie e insistenza sulla fornitura esclusiva. Una situazione che non consente in molti casi agli agricoltori di coprire i costi di produzione ed era, quindi, necessario secondo Coldiretti un intervento nei confronti di un comportamento commerciale lesivo della concorrenza lungo la catena di approvvigionamento alimentare”.

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