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CGIL ATTACCA MC DONALD’S E LA SUA CAMPAGNA PUBBLICITARIA: “PRIMO ARTICOLO DELLA COSTITUZIONE DERUBRICATO A SLOGAN, L’80% DEI LAVORATORI HA UN CONTRATTO A TEMPO PARZIALE”. MA IL CONFINE TRA “BUONI” E “CATTIVI” E’ LABILE

Per anni la più grande multinazionale del fast food, Mc Donald’s, ha dovuto fare i conti con quanti ne mettevano in discussione la qualità, riuscendo nell’ardua impresa di crearsi una certa credibilità soprattutto grazie alla sinergia nata qualche anno fa con i produttori italiani, grazie ai quali nei panini sono finiti, via via, Parmigiano, Asiago, olio extravergine d’oliva italiano, tanto da riuscire a coinvolgere (non senza polemiche da parte di molti settori della critica enogastronomica e non solo) il padre della cucina moderna italiana, Gualtiero Marchesi, nella creazione di due menu “di qualità”. Oggi, invece, Mc Donald’s ha aperto un altro fronte, quello della brand reputation relativa alle condizioni contrattuali e lavorative dei propri dipendenti. E, per uscirne vincitrice agli occhi dei più, ha puntato sul contributo di un regista premio Oscar come Gabriele Salvatores, e su una campagna pubblicitaria massiccia, trasversale a tutti i media, e che non lascia nulla al caso, in cui si rivendicano i posti di lavoro creati (16.000), la stabilità lavorativa dei propri dipendenti, il concetto di meritocrazia e quello di opportunità. Scegliendo uno slogan molto accattivante, che richiama esplicitamente l’articolo numero 1 della Costituzione: “L'Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro: 3mila nuovi posti li mettiamo noi”. Una delle tante cose che non sono piaciute alla Filcams Cgil, la sigla del commercio del più grande sindacato d’Italia, oltre al fatto che, secondo la Cgil, “l’80% dei lavoratori, non certo per scelta, ha un contratto a tempo parziale di poche ore settimanali, con il sistematico obbligo di prestare servizio in orario notturno e domenicale/festivo”. Altro nodo spinoso, poi, sono proprio i rapporti tra la multinazionale ed il sindacato, visto che, sempre secondo il sindacato di Susanna Camusso, “Mc Donald’s è una di quelle rare multinazionali della ristorazione commerciale/veloce ad essersi sistematicamente sottratta al confronto relativo al contratto integrativo aziendale. Ad oggi le relazioni sindacali a livello nazionale sono pressoché inesistenti, né elementi di conforto pervengono a livello territoriale”. Da che parte stia la ragione non è dato saperlo, quello che invece sembra chiaro è che le diverse anime della società italiana e non solo non saranno mai d’accordo sul “concetto” di dipendente Mc Donald’s, divisi perennemente tra chi ci vede possibilità e stabilità contrattuale all’insegna della meritocrazie e chi, invece, trova che sia la realizzazione perfetta del lavoro aberrante di una nuova catena di montaggio di Chapliniana memoria.

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