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ESTERI

Champagne, l’emergenza fa crollare le vendite: -80% in marzo e aprile 2020

Le stime, non ufficiali, sono del presidente del Syndicat général des Vignerons: “per riprendersi dalla crisi ci vorranno anni”
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I filari in Champagne

“Non ci sono ancora cifre precise, ma possiamo stimare che il calo delle vendite per lo Champagne, in marzo ed aprile 2020, abbia raggiunto il -80%. Tutti i luoghi in cui solitamente si consuma Champagne sono chiusi, è il vino della celebrazione e della festa, e la situazione attuale è per noi particolarmente impattante. La crisi sanitaria ha segnato uno stop improvviso  a tutta la nostra filiera, ed i produttori, i négociants e le cooperative si ritrovano tutti in difficoltà”. Così, al magazine francese Vitisphere, Maxime Toubart, presidente del Syndicat général des Vignerons dello Champagne, fa il punto sull’impatto della pandemia sul vino francese, parlando dalla sua produzione più simbolica ed a maggior valore aggiunto, lo Champagne, che nel 2019 ha superato per la prima volta i 5 miliardi di euro di fatturato.
“Ne avremo per anni, ma è impossibile adesso se ci vorranno 3 o 10 anni per uscirne. Se il commercio riprendesse prima della fine dell’anno, e le vendite raggiungessero le 230 milioni di bottiglie (contro le 297 milioni del 2019) sarebbe ben diverso che se ci fermassimo a quota 150 milioni. Confido nella capacità dello Champagne di tornare ad accompagnare i bei momenti - dice ancora Maxime Toubart - e come Syndicat général des vignerons riprenderemo la nostra campagna di comunicazione in estate, e mi appello al trading per mettere in pista azioni congiunte indirizzate a consumatori e Paesi target”.

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