Il mercato del vino mondiale frena anche per lo Champagne che, però, forte di anni di successi e di margini elevatissimi (una bottiglia parte dalla cantina mediamente intorno ai 19 euro), guarda con relativa tranquillità al futuro, a partire dalla prossima vendemmia, anche grazie ad una situazione in vigna decisamente buona. Almeno secondo la nota diffusa oggi dal Comitè Champagne, dopo la riunione tra vigneron e le maison della Champagne ad Epernay, per definire le condizioni della prossima vendemmia.
Guardando al mercato, nel primo semestre 2023, le spedizioni di Champagne (Francia inclusa) sono state pari a 125,8 milioni di bottiglie, in calo del -4,7% sullo stesso periodo del 2022. Le esportazioni, con 77,7 milioni di bottiglie, sono in calo del -3,7%, mentre la Francia è in calo del -6,3% con 48,1 milioni di bottiglie. Questi risultati, però, sottolinea il Comitè Champagne, vanno visti nel contesto di un 2022 straordinario (nello stesso periodo dell’anno scorso le vendite erano aumentate di quasi il 14%). Tanto che le previsioni per fine 2023 dicono che si raggiungeranno i 314 milioni di bottiglie che dalle maison partiranno alla volta dei calici di tutto il mondo (rispetto ai 325 milioni di bottiglie del 2022).
Guardando alla vendemmia, invece, la resa commerciabile per il 2023 è stata fissata a 11.400 chili di uva per ettaro. “Ad oggi, lo stato di salute dei vigneti è buono e molto omogeneo da un settore all’altro. Finora la campagna viticola - spiega il Comitè - è stata abbastanza tranquilla, con pochi danni causati da gelo (1,5% del vigneto) e grandine (0,3%), peronospora e oidio contenuti. Solo il rifornimento d’acqua dei suoli potrebbe destare preoccupazione. I grappoli sono ben formati e la promettente vendemmia dovrebbe iniziare nella prima decade di settembre”.
Le incognite del clima, il deperimento della vite causato dalle malattie e l’invecchiamento dei vigneti, in ogni caso, hanno un impatto sulle rese della Champagne, che sono diminuite del 26% in dodici anni. In questa situazione, si è scelto di sfruttare al massimo le annate favorevoli, quando si presentano, per migliorare ulteriormente la resilienza della filiera. “L’anno scorso la Champagne ha innovato con il sistema dello sblocco differito della riserva - ha ricordato Maxime Toubart, presidente dei Vigneron - e quest’anno è stato individuato il plafond della riserva individuale, per portarlo a 10.000 chili per ettaro, invece, degli 8.000 chili per ettaro previsti finora. L’Inao ha accettato di esaminare la misura con urgenza, per consentire ai viticoltori di mettere a riserva la bella vendemmia che si annuncia”. L’obiettivo è di assicurare ogni anno gli strumenti per raggiungere la resa commerciabile fissata dall’interprofessione per garantire l’equilibrio dei mercati. “Per determinare la resa commerciabile dell’anno, i vigneron e le maison si sono accordati sulle previsioni delle spedizioni dei prossimi quattro anni. Insieme alla fiducia nella denominazione, le previsioni hanno tenuto conto al tempo stesso di una certa cautela rispetto alla congiuntura economica globale e agli effetti dell’inflazione”, ha dichiarato David Chatillon, presidente delle Maison.
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