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CHI HA DETTO CHE CERTI ANIMALI SI POSSONO MANGIARE E ALTRI NO? E ALLORA ECCO “RICETTE PROIBITE”, LIBRO-RICETTARIO DI TEBALDO LORINI I CUI INGREDIENTI SONO GATTI, TARTARUGHE E VOLPI. IMPENSABILI, MA TUTTI PARTE DELLA TRADIZIONE CULINARIA ITALIANA ...

Chi ha detto che certi animali si possono mangiare e altri no? E allora ecco la cicogna arrosto, la volpe alla brace, lo spezzatino di tasso, il porcospino al sugo, lo stracotto d’asino, il cigno con le arance e perfino il gatto in umido e il ragù di corvo. Ricette impensabili, politicamente scorrette, per qualcuno probabilmente disgustose. Eppure tutte parte della secolare tradizione culinaria italiana, come spiega Tebaldo Lorini nel volume “Ricette proibite”, un ricettario destinato a suscitare discussioni e polemiche a non finire, soprattutto dal 1 marzo quando arriverà in libreria.

“Avete mai assaggiato il porcospino al sugo? E i cosci di volpe alla brace? Probabilmente no. E nemmeno la zuppa di tartaruga o lo scoiattolo in umido. Magari è capitato ai genitori o ai nonni: questi piatti prelibati, infatti, hanno fatto parte della nostra tradizione culinaria, anche se oggi nessuno li proporrebbe ai propri ospiti. Ma chi ha detto che certi animali si possono mangiare e altri no? Le leggi in materia sono diverse da Paese a Paese, come lo sono del resto usi e costumi, storia e tradizioni. Il gusto cambia anche col passare del tempo, e oggi alcune ricette sono un classico da pranzo domenicale mentre altre non possono essere neanche nominate”, spiega Lorini. Che, esperto di folklore e tradizioni gastronomiche, passa brevemente in rassegna le abitudini alimentari dei popoli antichi, per poi arrivare alle usanze più recenti, magari quelle dei nostri nonni, mostrandoci come pietanze che oggi non presenteremmo mai ai nostri ospiti fossero una volta di uso comune. I cinquanta piatti che seguono, corredati dalle illustrazioni a colori di Marta Manetti, sono accompagnati da consigli sulla preparazione delle carni e sui modi e tempi di preparazione: un invito ad accettare la sfida e scoprire in cucina “il gusto del proibito”.

Ma forse tutto dipende dalla confidenza che abbiamo con un animale. “Non mangeremmo mai il cane che ci scodinzola intorno, né il gatto che si struscia alle nostre gambe, ma anche i nostri amici a quattro zampe sono stati, in più di un’occasione, oggetto di attenzioni alimentari. E a volte basta uscire, anche di poco, dalle nostre città per ritrovare qualcuno dei piatti descritti in questo libro: ricette gustose, impensabili, proibite”, sostiene Lorini.

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