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“Chianti Classico Collection” 2022: le annate 2020, 2019 e 2018 alla prova del bicchiere

I migliori assaggi di WineNews in un percorso tra vendemmie e territori che racconta la varietà del Chianti Classico tra suoli e climi
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“Chianti Classico Collection” 2022: le annate 2020, 2019 e 2018 alla prova del bicchiere

Nell’edizione che segna il percorso intrapreso dal Consorzio nella suddivisione in “Unità Geografiche Aggiuntive” (Uga) del suo territorio, per una maggiore valorizzazione delle caratteristiche distintive del Chianti Classico, l’edizione di “Chianti Classico Collection”, siamo all’edizione n. 29, mette su sul tappeto le annate 2020, 2019 e 2018, prossime all’esordio o appena uscite sul mercato.
Produzione di 267.000 ettolitri per l’annata 2020, dall’andamento climatico sostanzialmente regolare e, soprattutto, senza stress idrico per le viti, consegnando alle cantine una buona/ottima materia prima. Ecco allora un’annata in generale vivace e ben bilanciata, con vini aromaticamente centrati e dalle progressioni gustative reattive e no prive di articolazione strutturale. L’annata 2019 (produzione di 306.000 hl), è già stato messo in evidenza da più parti, ha un respiro importante ed è stata anch’essa molto regolare dal punto di vista climatico, ma, come accade spesso con millesimo di questo genere, i vini hanno un po’ più bisogno di tempo per esprimersi con misura e senza incertezze. L’annata 2018 (produzione di 275.000), infine, evidentemente fatta esordire quest’anno da una minoranza di aziende, porta con sé una definizione un po’ meno accentuata e qualche debito in equilibrio generale.
Alla prova del bicchiere emerge davvero con grande autorevolezza il Chianti Classico Ama 2020 del Castello di Ama, che concentra aromi e sapori su toni fini e sussurrati. Molto buono anche il Chianti Classico 2020 di Bibbiano, dal profilo aromatico netto e dai lampo ferrosi ad introdurre una bocca solida, succosa e agile. Resta uno dei punti di riferimento della denominazione il Chianti Classico 2020 di Castellare di Castellina, dai profumi scuri e dalla abbondante sapidità. Molto saporito e dai profumi ben profilato il Chianti Classico 2020 del Castello di Monsanto, come il Chianti Classico Monticello 2020 del Colombaio di Cencio, dalla fisionomia ben formata. Bello soprattutto nei profumi freschi e invitanti il Chianti Classico 2020 di Riecine, dallo sviluppo gustativo ancora da registrarsi completamente. Dal tocco aromatico più mediterraneo e dal sorso tendenzialmente poderoso ma non invadente il Chianti Classico 2020 di San Giusto a Rentennano. Molto convincente, ma non è una novità il Chianti Classico 2020 di Istine dai profumi sfumati e articolati che accompagnano un gusto sapido che si sviluppa con agilità. Cristallino nei profumi quanto raffinato nel suo sorso incalzante il Chianti Classico 2020 di Monteraponi, decisamente tra i migliori. Spicca per aromi intensi e raffinati il Chianti Classico 2019 di Isole e Olena, dalla progressione gustativa sapida e coinvolgente. Altrettanto coinvolgente il Chianti Classico 2019 di Pomona, dalla bevibilità succosa e fragrante. Un vero e proprio modello il Chianti Classico 2018 di Castell’in Villa, un vino che sa essere caldo ma allo stesso tempo vivacissimo. Così, nel calice, le annate in una “Chianti Classico Collection” ancora più focalizzata sul territorio.
Che, come accennato, scompone il Chianti Classico in aree più ristrette (11, per adesso quelle identificate: San Casciano, Greve, Lamole, Montefiorralle, Panzano, Radda, Gaiole, Castelnuovo Berardenga, Vagliagli, Castellina, San Donato in Poggio) e dotate di maggiore omogeneità, che porterà ad indicare in etichetta (in una prima fase solo sui Chianti Classico Gran Selezione), il nome del Comune o della frazione, aumentando l’identità di un areale che nel suo complesso occupa una superficie di 7.200 ettari a vigneto per una produzione media di oltre 30 milioni di bottiglie. Mentre, la denominazione mostra uno stato di salute molto buono determinato, tra le altre cose, da un confortante prezzo ad ettolitro per lo sfuso, oscillante tra i 300 e i 330 euro.

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